sabato 25 ottobre 2008

Datsuns / Headstunts [ Coocking vynil ]

I Datsuns sono diventati una indie band, e non lo erano. Quindi niente più ululati alla luna australiana, graffi vocali animal-rock'n'roll, niente. Ora, giunti al quarto episodio, anche voi amanti di Arctic monkeys e English dancefloor rock all' acqua di rose potrete sballare con sto disco. Dico veramente, è un albo che dovete comprare, datemi retta lo incastrerete in una teca d'oro tempestata di zaffiri e userete solo gli mp3, che ascolterete ad intervalli regolari, tutti i giorni. " Headstunts " è un disco clamorosamente appiccicoso. Nato da melodia e riff scrocchianti, ( Utilissimi per ripulire le orecchie se in questo periodo state ascoltando i Meshuggah, per esempio ) vive per accompagnarvi nelle serate invernali, attraverso tour-bar infiniti, fatti di vodka e birra, tra un disco dei libertines e un vocalizzo " bubble " di Julian Casablancas. Datemi retta, se la rata del muto vi assilla, stappate una moretti, mettete su " Hey paranoid people ( What's in your head ) " e andate a zonzo per la città, con o senza amici, non importa. La conformazione allo standard sarà talmente indolore, grazie a quei 4/5 riff seminati ad hoc, che non vi servirà neanche urlare " Laaaaast niteeeee " fuori dal finestrino, ci siete, sarete appagati e ubriachi. Che poi è quella sensazione che tutti bramano, alla sera, dopo il telegiornale.

giovedì 23 ottobre 2008

Gruesomes / Tyrant of teen trash [ Richocet sound ]

Fortuita coincidenza, quella che mi vede dopo mesi di ricerca, trovare " Tyrants of teen trash " in vinile e ad un prezzo da comuni mortali, proprio quando la Richocet sound decide di ristampare. Poco male, ho sempre odiato il cd. Come vi dicevo, la mia ricerca si era intensificata negli ultimi giorni per via dei gravi problemi d' identita di cui soffriva e soffre, il panorama rock. Quale momento migliore per scucire del vil denaro per assicurarsi godimento primitivo genuino? Pensai. Ecco, può sembrare una cosa a cavallo tra consumismo, perversione e collezionismo, ma vi assicuro che si tratta solo di disperazione, mista ad un certo desiderio di riportare in riga la situazione, tornare alle origini e farlo nel modo più inetto possibile. Una reazione più che comprensibile, almeno dal mio punto di vista. Dunque invito anche voi, lobotomizzati di tutt' Italia ( Bhe potete ritenervi tali, se possedete un qualsiasi apparecchio televisivo, in caso contario, mi scuso, siete già in quello stato di pace che invidio ) e anche del mondo ( Visto che potete tradurre quello che dico ) a studiare bene il fenomeno e a farne molte tesi, esponendole a più persone possibili, solo così non ci sarà mai più bisogno di dischi come questo. Per ora, visto che ci siete dentro fino al collo, anche se non lo sapete o fate finta di non saperlo, posso dirvi di tirare fuori dall' armadio il vostro costume da cane da riporto, o anche segugio da caccia andrà benissimo, tutti ne hanno uno. Poi sbattere con violenza sul lettore squallidamente cd " Bloodhound " ed entrare lentamente in un originale delirio anni cinquanta. Fatelo, poi mi direte. " Cry in the night " ovvero " The next step ", è la consapevolezza di avere mezza gamba nel pantano e non poterne uscire vivi, se non cambiati. D'ora in poi sarete trattati da cavemen o cavegirl, vedete un pò voi. Alle mutilazioni di brani già di per sè truci come " Jack the ripper " o " The witch " vanno aggiunti sfoghi adolescenziali drogati ed innocenti come " Dementia 13 " e " Unchain my heart " , Tutto squisitamente a bassissima fedeltà. Tabula rasa diceva qualcuno, si può costruire. Ma si vuole costruire?
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