sabato 2 aprile 2011

Los Fuocos - We like vinyls [Go down]


Sono di Lodi e amano la Scandinavia. Perdutamente. Non sono dei patiti della neve ma bensì del sacro fuoco hard nordico, quello che imperversò a cavallo del decennio grazie a band come gli Hellacopters, quello che si infatuò del punk (Preferibilmente di matrice Australiana ) e che flirtò nelle strade di Detroit. Personalmente, la miscela perfetta.

Ed è per questo che mi sono innamorato di "We like vinyls" al primissimo ascolto. Va detto per completezza che si tratta di un vinile ( E cio mancherebbe) che contiene un lato inedito ( Lato A) ed un secondo con la rimasterizzazione di Peechoopachoo, Ep del 2005, una cover di Bowie (Suffragette city) contenente a sua volta un assolo tributo ai maestri Hellacopters, precisamente al minuto 00:46. Non vi basta?

A me basta sapere che ci sono band così in giro, mi rende felice oltre ogni limite, anche perchè conosco i detrattori. Quelli che vi diranno: Come loro? a bizzeffe... Non credetegli. Fareste un torto grandissimo alle vostre orecchie, alle vostre serate alcoliche, e ad una band che alla pari degli altri cugini di casa Godown (Gli Small Jackets) sta dando una forma in Italia ad uno dei suoni più nobili che la punk rock music abbia mai avuto.

giovedì 31 marzo 2011

Silver - Riot 1-2-3 EP [Christiana Rock Records]


Clicca l'immagine per ingrandirla

Essendo perennemente a corto di denaro, capita spesso di mettersi a razzare nel comparto "usato" del proprio negozio di fiducia, con alterne fortune. Molto alterne. Ultimamente un raggio di luce ha illuminato quel comparto costipato dal grande mare di Hardcore melodico che qui in romagna riscosse grandi fortune negli anni del grunge. Non sono un feticista dell'autografo, ma il solo pensiero del viaggio e della storia che possa avere questo secondo ep ( Il primo fu Billboard Blackout del 2000 ) autografato chissà dove , visto che in Italia non sono mai venuti, mi ha spinto verso di lui. Metteteci poi che amo i Silver da White Diary ( Di cui questo Ep contiene il singolo portante ovvero Riot 1-2-3) e il gioco è fatto.

Qui dentro troverete i primi Silver, che della Norvegia si portano dietro ( Come quasi tutte le band dedite al punk, e con orgoglio ) quel sentore di death-punk memore dei primi Turbonegro, ma nello specifico non ancora pienamente mescolato alle chitarre poderose di World against World, diciamo che ci sono ancora molti riferimenti al punk americano di New York dolls e Stooges e riferimenti diretti e di approccio vocale riconducibili al gagio cantante delle pistole del sesso. Ottimo

sabato 26 marzo 2011

Winnebago deal - Career suicide [Cargo]

Euroboy ha sconfitto il cancro, bene, ma i Turbonegro se ne sono andati. I Gluecifer si fanno chiamare Bloodlights ma sono senza Malibù, quindi totalmente inefficaci. Gli Hellacopters causa chitarrista pazzo ( per le droghe) si sono dovuti sciogliere e i Mondo Generator hanno appena fatto uscire un disco acustico.

In questo panorama desolante per l'amante dell' hard-punk, emergono le seconde linee. Per la serie al momento giusto, ma col disco giusto. Career suicide è il disco che dovresti aspettarti dai Winnebago deal da sempre, con quel cianciare euforico che echeggia da anni sul loro fantomatico incrocio "Turbonegro-Mondo Generator" che personalmente non ho trovato mai convincente, mai a fuoco. Invece il centro arriva col tempo, ma è pienissimo.

"Heart attack in my head" è il trivellare di colpi, il ticchettìo delle munizioni sull' asfalto, il segnale chiaro che il fuoco è aperto con gli Hella di supershitty che sembrano voler far capolino da ogni martellata impietosa di Ben Thomas, aprendo una vera voragine per l'ingresso del mister Olivieri che fù. Nick, sia chiaro non è presente in questo disco, troppo intento a suonare ninna nanne Ramonesiane, ma in "Tokio rip" c'è il suo fantasma, la sua presenza, l'esempio-canzone che avremmo voluto sentire dagli ultimi Generator e non abbiamo sentito. Con "I want your blood" l'atmosfera si tinge di death-punk Norvegese, suono secco, cupo a cavallo tra Retox e Ass cobra ma personalizzato dai vocalizzi di Perrier. "Ain't no salvation" poi sembra una traccia disgraziatamente scartata da Death alley degli Zeke.

Con le citazioni che avete letto fin ora non vi sarà difficile comprendere quanto questo lavoro, sia un piccolo gioiello di genere e di come l'incrocio di cui sopra sia pienamente riuscito. Disco della primavera e dell' estate. Sicuramente.

giovedì 17 marzo 2011

The Wildhearts - Earth Vs The Wildhearts [Lemon Records]

Quante volte avete sentito la frase, dal vostro compagno di ascolti preferito, negoziante di fiducia, o dal vostro recensore preferito (Ogni drogato di musica rock che si rispetti ha sia una rivista di riferimento, che uno/due recensori preferiti nella suddetta rivista, quelli che ti farebbero comprare anche un gruppo garage Turcomanno ) : "Questa è la band più sottovalutata di tutti i tempi!". Cazzate.

Cazzate, perchè la band più sottovalutata di tutti i tempi sono i Wildhearts. Rimangono disponibili gli altri posti del podio.

Qualcuno li definisce un perfetto mix tra le melodie Beatlesiane ed i Metallica anni ottanta, può essere, ma è drammaticamente incompleta come disamina. Perchè vanno fatti i conti con Ginger (Leader ed ex Quireboys) pazzoide incallito tossico-punk-rocker con i Dogs d'amour (Con i quali han diviso tutto, componenti, ma anche bagordi, femmine, e forse anche l'herpes ) e con il loro modo di infilare melodie trasversali e dementi ovunque come nella folgorante " My baby is a headfuck", che a quante la dedicherei lo so solo io, ma evidentemente anche loro.

Earth Vs The Wildhearts è una bomba. Sono i Cheap trick che incontrano i Ramones che salutano gli Ac/Dc con le dita nel naso come uno degli Hard-ons (Il riferimento alla band Australiana è puramente concettuale, serve giusto per farvi capire il livello di cazzonaggine). Il disco ruota tutto su quel singolone deflagrante che risponde al nome di "Caffeine bomb" , anfetaminica giostra hard impazzita, presente in principio solo come singolo, ma repentinamente accorpato al lavoro, come una gemma di quelle da un milione di dollari.

La Lemon Records dal canto suo ci regala un doppio cd colmo di bonus track, nel tentativo di provocare quel colpo di reni alla popolarità della band, che puntuale non arriverà neanche questa volta.

Greetings From Shitsville.

HARDCORE SUPERSTAR – Split your lip [Nuclear Blast]


Sono carico di testosterone. Sono un uomo. Vivo ai margini. Chi ama il tipo di musica che produce il quartetto Svedese (Che è poi la stessa gente che vive di hard-punk nordico di Turbonegra erezione) deve averlo pensato qualche volta nella vita, io in primis. Chi ama questa roba dicevo, la ama perdutamente, ed è gente talmente carica di rivalsa nei confronti del sesso opposto, da buttarsi in stage diving sul palco solo per limonare con la Ruyter (Perchè simboleggia quello stereotipo di donna free e rock che non esiste in natura, con la quale poi nessuno prenderebbe neppure un caffè il giorno seguente) ai concerti dei Nashville pussy.

Split your lip è “la” spacconata definitiva. Fin dalla copertina. Macho? No l'esatto contrario, vendicativo. Ve li ricordate quando in “Bad sneakers and a pina colada” fecero copulare i Motley di Dr. Feelgood con quelle ballate alla “Someone special” da fare invidia agli Oasis? Bhe, Se voi e la vostra ragazza vi siete bagnati le mutandine in quella occasione, questa volta non prestate il disco a nessuno, perchè qui il “pacco” vi si gonfierà come si gonfiano le gole di quei rettili pronti alla sfida per amore. Succederà perchè nel frattempo il suono è passato attraverso la macina di ferro di cinque dischi, lasso di tempo durante il quale i nostri oltre ad aver fagocitato i soliti Kiss, immancabili nei loro dj set che a volte propongono dopo o prima i concerti (Con l'unico scopo di conquista) hanno variato la dieta musicale verso l'heavy.

Quindi porte spalancate a roba come “Sadistic girl” pensando a quando quella marcia della vostra ragazza vomitava in bagno perchè l'ansia la dilaniava o quando con le vene tagliate vi chiedeva aiuto e a voi che stavate con lei solo perchè non c'era altro da fare, vi veniva facile proteggerla. Un vero inno, come dice il mio amico Mario che non conoscete ma del quale spesso fidarsi è d'obbligo. Avanti con “Moonshine” in onore delle vergini del liceo, perfette come un quadro di Modigliani e aride come il campo di mio nonno d'estate, prima di sputtanarselo. “Don't talking 'bout moonshine, don't talking 'bout white wine” please. E' un canovaccio hard-rock che trova nei vocalizzi di Berg quella pienezza che non saprei come descrivere se non come: versi di felini malati africani, dei quali non posso deliziarvi essendo un testo scritto.

I fumi alcolici in “Last call for alcohol” sanno oltremodo di amicizia teppista, e quando comicia il solo di batteria della title track, l'america più esibizionista si impossessa dei biondi. Esplosioni boogie e filamenti elettrici nell' etere precedono un esplosione mirata di melodia rock da pelle d'oca. E poi ancora boogie e di nuovo melodia prima del secco “Split your lip”. Se fosse una canzone dedicata alla fellatio costretta nei confronti qualcuno di cui non porti un bel ricordo, sarebbe fantastico. “What did i do” invece è la splendida ammissione di impotenza difronte alle lacune mnemoniche post sbornia.

Concludo non nascondendo la presenza di due traccie acustiche che viaggiano aderenti al discorso lirico di cui sopra, tali “Here comes that sick bitch again” (Visto il titolo si commenta da sola) e “Run to your mama” che a mio avviso chiude perfettamente il cerchio affettivo. Un vero concept sulla condizione del rocker inteso sia come fruitore che come artista. Lo sfogo di un mondo outsider, splendidamente hard, boogie, punk, svogliato e sincero, suonato da veri maestri rock, ai quali va tutta la mia stima e affetto.

lunedì 7 giugno 2010

Il punk ti migliora la vita

Tutto questo sole improvviso, il lavoro, la nazionale e la juve che rinasce. Una vita stressante insomma. E come al solito, come ogni volta che questi periodi aridi di soddisfazioni si presentano, solo una cosa ristabilisce la pace dei sensi. Il punk. Ecco perchè settimana scorsa ho fatto incetta di ristampe punk per garantirmi una qualità della vita migliore.


Stiff little fingers e Buzzcocks vengono direttamente dall' allegra ristamperia della 4 man with beards, che ovviamente vi consiglio di visitare, inutile dire che non finisce qui.

lunedì 31 maggio 2010

Finalmente ho recuperato i singoli di Horehound



Son soddisfazioni, soprattutto se calcolate che il "b side" di Hang you from the heavens è un rifacimento in chiave blues di "Are friends electric " dei Tubeway army.

venerdì 21 maggio 2010

EIGHTIES COLOURS Garage beat psichedelia nell' Italia degli anni Ottanta


Eccovi un bravissimo recensore ed esperto di musica "Underground" che stimo e del quale vi consiglio vivamente il libro in uscita a breve.

sabato 15 maggio 2010

NIRVANA - Bleach [Subpop 2LP 2009]


Ogni tanto ritorna. Parlo del mio personale revival grunge che ciclicamente fa capolino tra le sinapsi. Devo dire però che questa ristampa me l'ero persa o forse non gli diedi troppa importanza, sbagliando. Dico questo perchè recentemente mi è capitato di poterla osservare in azione, con il suo live spaccaossa posizionato nel biancovinile numero due, con quel bel libro fotografico nel quale tra l'altro ho scoperto come si fa firmare un contratto ad una futura star (All' interno c'è una copia del contratto con la Subpop a mò di curriculum vitae). Della stampa in cd non so niente, ovviamente. Ma chi se ne frega.

martedì 11 maggio 2010

Chi ha ristampato il primo Hellacopters? Mitico!


Un' altro buon consiglio che mi sento di darvi, soprattutto se anche voi come me siete appassionati di rock'n'roll nordico ma vi siete sempre rifiutati (Per principio) di cacciare fuori una cinquantina di euro per un vinile, è quello di cercare bene in eBay. Infatti ultimamente sta girando una stupenda ristampa in vinile nero del primo fantastico albo, come dicono loro: "Comes in plain black sleeve with wraparound reproduction of original foldover sleeve" acquistabile con una ventina d' euro, spese comprese. La cosa buffa, come spesso accade è che non vi è traccia di chi abbia fatto questo manufatto. L'unica notizia giuntami in merito, è la seguente: " It's clearly a recently released item and a 1:1 copy of the original press. My distributor also couldn't really tell me much more - except that he got it from someone in Scandinavia" ed è la risposta del titolare della g-force records la distribuzione da cui ho acquistato la mia copia.

SOUNDGARDEN - Hunted down "7 (Record store day 2010)[Sub pop]


Hunted down e Nothing to say oltre ad essere grandissimi pezzi, rappresentano l'urticante inizio della leggenda Soundgarden. Da oggi, bando alle ricerche affannose su ebay e alle perizie scientifiche utili nel dimostrare l'originalità o meno dell' oggetto. Una nuova occasione per benedire le ristampe limitate (3000 esemplari) del record store day e salvare il portafoglio.

lunedì 3 maggio 2010

MORLOCKS - Play chess [Popantipop]


L'anteprima in streaming dell' intero disco ve l'ho postata qualche settimana fa, quindi ormai un' idea ve la sarete fatta, ed anche io del resto. Quando esce qualcosa dei Morlocks ( Vera e propria leggenda sotterranea come non ne esistono quasi più ) bisognerebbe gridarlo ai quattro venti. Bisognerebbe subire la febbrile attesa dell' uscita ( Gli mp3 non esistono ) per poi magari accamparsi davanti al vostro negoziante di fiducia per fare secca la prima copia. Invece succede che uno come Leighton Koizumi fatica a trovare mercato. Come accaduto per il precedente e stupendo Easy listening for the underachiever sembra che anche questa volta passerà del tempo prima che qualcuno metta in commercio le copie in vinile ( A proposito mi è giunta voce che la Go down Records possiede ancora copie in vinile del precedente quindi datevi una mossa o me le prendo tutte io a costo di averlo in quintupla copia ) e visti i tempi che corrono non mi stupisce ma rammarica. Detto questo, Play Chess si presenta come un disco di cover e certamente un disco a due velocità, ma ad ogni modo propone un' approccio che lascia ai nastri di partenza tutte le band odierne che si cimentino col Garage-punk. Le "Due velocità " di cui sopra si riferiscono ovviamente a riempitivi tipo Promise land, vera non-sense track in stile Ramones ed al fatto che magari ti aspetteresti qualche traccia nuova, che non arriverà mai. Del resto però appena attacca I'm man, Feel so bad o I can't sit down ed il mostro digrigna i denti, quella sensazione selvaggia che permeava la prime cose ( Ma qui più blues ) riaffiora impetuosa, con pelle d'oca annessa.

martedì 27 aprile 2010

BACKYARD BABIES - Them xx [Billion dollar]


Devo essere sincero, le ultime prove di questi ragazzoni Svedesi mi avevano lasciato alquanto perplesso, per dirla tutta già dopo Making enemies is good le cose avevano cominciato inesorabilemente a scricchiolare. Ben venga quindi questo Box ultralusso che con i suoi tre compact e un Dvd ne celebra la storia. Un prodotto veramente ben curato che aggiunge ad un primo compact dedicato alla summa di una carriera ( Due pezzi tratti da ognuno dei loro album, anche se a mio parere manca diversa roba ) un secondo e un terzo ( Che da soli valgono il prezzo del biglietto, anche se alto) dedicato a materiale inedito e cover, letterarmente spettacolari quelle di Mommy's little monster e One track mind, senza scordare roba tipo Teenage from mars e la classica Pet Cemetary Ramonesiana. Il Dvd "Di strada" Jet lag - The movie e lo splendido libro fotografico fanno il resto. Se avete qualche soldo che vi avanza spendetelo pure qui, non ve ne pentirete.

lunedì 26 aprile 2010

AMON DUUL II - Yeti [Revisited records/SPV]


Prima di tutto un consiglio. Se siete totalmente a digiuno di Krautrock, ma anche se volete approfondire la materia, Julian Cope ha scritto questo proprio per voi!. Per quelli invece che con il kraut si sballano tutti i giorni, segnalo la bellissima ristampa in vinile pesante della Revisited records, che manderà in pensione i vecchi e usurati relitti della Liberty datati 1970. Yeti è davvero monumentale. Sono smaccatamente di parte, parlando di una delle mie più grandi passioni, ma per come la vedo io, entrare in questo gorgo compositivo assolutamente LIBERO dovrebbe essere quasi una prescrizione medica, una cura benefica. Gli Amon duul II sono mastri burattinai capaci di tendere e rilasciare fili elettrici con sapienza trascendente. Benchè l'opera vada fruita completamente e tutta d'un fiato, vi invito a separare per un attimo la traccia " Cerberus " capace a mio modo di vedere di ben rappresentare lo stile della band Tedesca. Sono 4:18 di lenta e visionaria crescita, portati avanti da un muezzin nel pieno delle sue funzioni liturgiche e rinforzati nel culmine dalla chitarra di John Weinzierl, che probabilmente in quel momento sta suonando heavy metal, senza saperlo. Magici.
Related Posts with Thumbnails