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sabato 15 maggio 2010

NIRVANA - Bleach [Subpop 2LP 2009]


Ogni tanto ritorna. Parlo del mio personale revival grunge che ciclicamente fa capolino tra le sinapsi. Devo dire però che questa ristampa me l'ero persa o forse non gli diedi troppa importanza, sbagliando. Dico questo perchè recentemente mi è capitato di poterla osservare in azione, con il suo live spaccaossa posizionato nel biancovinile numero due, con quel bel libro fotografico nel quale tra l'altro ho scoperto come si fa firmare un contratto ad una futura star (All' interno c'è una copia del contratto con la Subpop a mò di curriculum vitae). Della stampa in cd non so niente, ovviamente. Ma chi se ne frega.

martedì 11 maggio 2010

SOUNDGARDEN - Hunted down "7 (Record store day 2010)[Sub pop]


Hunted down e Nothing to say oltre ad essere grandissimi pezzi, rappresentano l'urticante inizio della leggenda Soundgarden. Da oggi, bando alle ricerche affannose su ebay e alle perizie scientifiche utili nel dimostrare l'originalità o meno dell' oggetto. Una nuova occasione per benedire le ristampe limitate (3000 esemplari) del record store day e salvare il portafoglio.

venerdì 23 aprile 2010

ALICE IN CHAINS - Dirt [Music on vinyl]


Se come me, avete trascorso la vostra adolescenza in piena epopea Grunge, sicuramente avrete avuto tra le mani una cassetta registrata o al meglio originale di Dirt. Vero passaggio obbligato per ogni adolescente Ninties in camicia a scacchi, Dirt fu l'approccio Heavy ad un genere, il grunge, che probabilmente stilisticamente neanche esiste, ma con grandi risvolti sociali. Tutto nel disco gira attorno all' approccio malinconico/disilluso, quasi rassegnato delle liriche di Layne Staley, sapientemente "bombate" dalla chitatta schiacciasassi e paranoica di Jerry Cantrell. Il singolo "Rooster" era praticamente ovunque, al supermercato, nelle radio, in discoteca, permeava l'aria. La rassegnazione del grunge non potè far più a meno dell' implosione malinconica del primo Alice in Chains, diventandò così must del periodo. Oggi la Music on Vinyl ristampa il tutto e lo sbatte in pesante vinile 180 grams audiophile vinyl ( Come cita il sito dell' etichetta ). Lo fa per quelli che nel frattempo hanno visto marcire la propria copia in audiocassetta e non si son mai rassegnati a comprare "solo" il misero cd di un disco che ha segnato la propria vita.

venerdì 2 ottobre 2009

ALICE IN CHAINS - Black gives way to blue [Virgin]


Non so quanti di voi conoscessero gli Awareness Void of Chaos nè posso immaginare quanti punk posseggano qualcosa dei Neon Christ di William DuVall, ma vi posso garantire che questo ragazzo è a tutti gli effetti la reincarnazione di Leyne Staley. Poi c'è quella volpe di Jerry ( Cantrell , chitarrista storico della band ) il quale, ha aspettato parsimonioso il momento propizio per sdoganare il suo nuovo pupillo e amico, qualcosa che sa di resurrezione misto frankenstein, ma che funziona. "Black gives way to blue" si presenta come un album degli Alice in chains a tutti gli effetti, stessa malsana aura, stesso fetore, stesso tiro. Diffidate quindi da detrattori e puristi Stanleyani che non perderanno l'occasione per declassare il tutto a mero revivalismo. Apre con le parole "Hope, a new beginning, Time, time to start living" e rimane costantemente in bilico tra speranza e desolazione, dolore e salvezza invocata con la forza di chi la speranza non l'ha persa neanche dopo aver fatto i conti con la morte. Un riff Cantrelliano fino all' osso (Dovrebbe avere un brevetto per questo) ammorba tutta "Check my brain" per poi sfociare melodico come non mai, "A looking ina view" incrocia Dirt con la malattia dell' ultimo albo selftiled o Tripod, comunque lo vogliate chiamare, issando le chitarre come vessilli e barcamenandosi attraverso funeste atmosfere palustri. Mi stavo chiedendo, e lo chiedo anche a voi, non trovate che il clima finanziario, politico, ambientale si presti particolarmente ad un ritorno in pompa magna degli Alice? e se fosse l'inizio di una nuova era grunge, ammesso che questo termine voglia effettivamente dire qualcosa? Maestri.

mercoledì 19 settembre 2007

Zico chain / Food

Ed infine ti rendi conto che sta succedendo. Il rock risponde. E' bellissimo quando è tutto genuino, questa volta poi sono solo l' ultimo intreccio di una catena di passaparola appassionato, e come tutti gli altri incastri sento forte il bisogno di seminar spore. Il mio amico Mario è uno di quelli che sa osare nelle scelte, sembra quasi che a volte voglia di proposito toccare con le parole i fili che sorreggono la mia estetica in campo musicale, lui mi vuole bene lo fa per smuovermi. Fatto sta che quando mi appassionò con il suo consiglio scritto io già pensavo all' ultima volta che mi tirò fuori per i capelli dal periodo più arido della mia esistenza scritta. Di solito lo fa citando Lester, sa che mi tocca nei sentimenti. " Guarda come trattava Jim Morrison era l' unico che avesse il coraggio di farlo ! " disse. Cosa significa? significa che ci vuole coraggio oggi nell' arte. Coraggio! ci vuole coraggio e io parlo soprattutto alle generazioni del " Love mainstream ". Ragazzi Quand'è l' ultima volta che avete scoperto un gruppo nuovo senza l' ausilio di un giornale o di un sito specializzato? Pensateci mentre vi parlo di Zico chain. Dai, ve lo dico subito " Food " è uno dei dischi presenti nella mia etichetta virtuale, in compagnia di artisti del calibro di Silver, Nick Olivieri e Towers of london. Ora chiudete gli occhi e pensate ad un trio Londinese, che spacca alla maniera dei Mudhoney ma con un piglio " street " decadente, che vede il punk scorrere nelle vene e lo smuove ballando al tempo di Nevermind, in vinile però. Pensatelo si, poi denudatevi, alzate il volume almeno a 30 e lasciate che "Pretty pictures" vi trapassi da parte a parte, poi pensate alla strada. Una volta vi avrei descritto una per uno le rimanenti traccie di un disco del genere, ma ora sono troppo impegnato a stringere fino a disnitegrare il telecomando del mio stereo, mentre faccio movimenti scomposti.
La morale? Semplice, Tirate fuori i vostri sporchi soldi per gli Zico chain!




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