
Non so quanti di voi conoscessero gli Awareness Void of Chaos nè posso immaginare quanti punk posseggano qualcosa dei Neon Christ di William DuVall, ma vi posso garantire che questo ragazzo è a tutti gli effetti la reincarnazione di Leyne Staley. Poi c'è quella volpe di Jerry ( Cantrell , chitarrista storico della band ) il quale, ha aspettato parsimonioso il momento propizio per sdoganare il suo nuovo pupillo e amico, qualcosa che sa di resurrezione misto frankenstein, ma che funziona. "Black gives way to blue" si presenta come un album degli Alice in chains a tutti gli effetti, stessa malsana aura, stesso fetore, stesso tiro. Diffidate quindi da detrattori e puristi Stanleyani che non perderanno l'occasione per declassare il tutto a mero revivalismo. Apre con le parole "Hope, a new beginning, Time, time to start living" e rimane costantemente in bilico tra speranza e desolazione, dolore e salvezza invocata con la forza di chi la speranza non l'ha persa neanche dopo aver fatto i conti con la morte. Un riff Cantrelliano fino all' osso (Dovrebbe avere un brevetto per questo) ammorba tutta "Check my brain" per poi sfociare melodico come non mai, "A looking ina view" incrocia Dirt con la malattia dell' ultimo albo selftiled o Tripod, comunque lo vogliate chiamare, issando le chitarre come vessilli e barcamenandosi attraverso funeste atmosfere palustri. Mi stavo chiedendo, e lo chiedo anche a voi, non trovate che il clima finanziario, politico, ambientale si presti particolarmente ad un ritorno in pompa magna degli Alice? e se fosse l'inizio di una nuova era grunge, ammesso che questo termine voglia effettivamente dire qualcosa? Maestri.