domenica 21 dicembre 2008

THE SAINTS - Eternally yours [Triple X Entertaiment]

Si me li immagino. Penso ai Punk ignoranti di Oxford street davanti allo store di turno, gonfi di birra, lasciare le ultime monete per Eternally yours. Li vedo nella mia mente ascoltare quel ritmo che non ha nulla a che vedere con le bassezze degli Exploited, che non trabocca di oscenità riluttanti come il primo Pistols e che non racconta di nessuna rivolta bianca. Immagino e vago con la mente, vedo le facce sbigottite di chi ha appena visto rubarsi l'auto sotto gli occhi senza poter muover muscolo, la bocca aperta, le imprecazioni inevitabili. Mai un punk deve essersi sentito così fregato nell'animo, insomma quel tipo di punk, ci siamo capiti. Deve essere dura ingoiare il boccone. Proprio tu, tu che hai passato la scorsa notte a lanciare molotov contro il British museum, vieni beffato da quelli che erano stati per tutto il 1977 di I'm Stranded la risposta più plausibile alla tua voglia di rivolta Australiana. Invece i Saints rispondono a te e a tutta la tua generazione allo sbando sbattendo violentemente sul tavolo un autentica vagonata di cultura rock'n'roll, quella che appena superata la tua pubertà pseudo-rivoluzionaria ti permetterà di respirare. Eternally yours ha i fiati, Eternally yours vanta accenti R&b, possiede la solidità di ormai vent'anni di garage music ( Ascoltate Memories are made of this ) e non scende mai a patti con nessuna corrente momentanea nè accetta la canonicità della scena punk, neppure quella Australiana. Know your product è portatore sano di evoluzione all' interno del genere già nel 1978, Orstralia inventa di fatto il post-punk e This perfect day posto all' ultima battuta pianta una ciliegina di quelle che non si scordano così facilmente. Monumento.

martedì 25 novembre 2008

THE TUNAS / We cut our fingers in july [ Tre accordi records ]

E' ufficiale. Sarà il rock emergente nostrano a farci muovere ritmati e scomposti durante le festività di fine anno. Dopo Narcotics, Dome la muerte, ecco ora la bomba Tunas. Ora, pensate a " Au go go " il precedente albo, anzi compratelo, scorrete le traccie fino a " You' re not a punk " . Ci siete? bene. I tunas non han fatto altro che ripartire da quelle sonorità, si potrebbe chiedere di meglio ad un' evoluzione? No. Nel nuovo lavoro a scanso di equivoci, non si segano dita ( Come nel precedente e ben più infuocato albo ) al contrario si lavora di chitarra deliziosamente, senza perdere d'intensità. I " nuovi " Tunas sono un vero spasso. Pensate agli Small faces ed ai primi Stones affogati nella lordura periferica Bolognese, pensate a cosa succederebbe se qualcuno mischiasse Kinks con i tortellini. Un' esplosione di piacere. Una sola cover di Stevie Wonder "Uptight (Everything is alright) " e applausi a scena aperta.

sabato 22 novembre 2008

Love me nots / Detroit [ Atomic a go go ]

La "scena" Detroit-rock, se così vogliamo chiamarla, emersa negli ultimi anni, rappresenta in quasi tutta la sua interezza una sacca di ottime band di cui vantarsi se mai gli alieni venissero ad invaderci. Certamente, è l'artiglieria femminile quella sugli scudi, parlo di all female-bands ( o quasi ) da capogiro come Sirens , Demolition Doll Rods e Detroit cobras, oltre che il signor Collins ( Dirtbombs ) . La cosa ancor più interessante però, è rappresentata dal fatto che ognuna di queste band non si limita ad ostentare chessò, un' iguana famosa da quelle parti, al contrario attualizza. Queste rappresentazioni di arte urbana, sono quindi le figlie di smog e paranoia attuali, made in 2000, altro che motorcity. Prendiamo il caso di questi Love me nots. Ascoltate i primi dieci secondi della open track " Walk around them " , poco prima che la voce di Nicole Laurenne intervenga. Avete esclamato anche voi: Hey sono i Fuzztones!? Bhe, io si. Anche se poi lo scenario muta drasticamente, il vox si fa da parte ( Ma non sompare ) ed il demone di Detroit dalla testa a forma di carburatore emerge solenne. In buona forma, si potrebbe descrivere il pezzo con due semplici parole: cimitero macchine, salvo scoprire poi che si sta parlando del pensiero portante di tutto il disco. Un progetto ambizioso e non cosi semplice da inseguire, a mio modo di vedere. Insomma, abbiamo aggiunto una variante sul tema e questo va certamente a loro favore, epoi in mezzo a tutto quel fumo e puzzo di pneumatico consumato un pò di voodoo non guasta, o no?

giovedì 20 novembre 2008

Fuzztones / Horny as hell [ Electrique mud ]

Avete forse idea del tempo che è trascorso da quando Rudi Protrudi ha iniziato a scalfire, dotato di raschietto e tanto olio di gomito, il fondo di quel barile di birra? Io l'ho dimenticato. Altri invece pensano che abbia raggiunto una falda petrolifera, così da potersi autofinanziare le due casse di bionda al malto che si scola ad ogni concerto, prima di salire sul palco ovviamente. Anche perchè si presume che la cosa sia diventata consuetudine giornaliera, e non sempre c'è il 3x2 al supermarket. L'ultima volta che sono andato ad un concerto dei Fuzztones è stato qualche mese fa, devo dire che li trovai in forma splendida, soprattutto lana, la cui sagoma sexy e seminuda, intenta a concupire un sax, troneggiava su di un poster all' entrata del locale per la gioia dei trentenni allupati sodomizzatori di chitarre. Ora però alla luce del nuovo albo, ho finalmente capito che il sax inserito nella triade: Lana, sax , Rudi, rappresenti ben più di un semplice stimolate per la fuzz-coppia(?) , infondo non si presta molto ad incursioni di piacere, piuttosto assomiglia più ad un terzo (in)comodo, libero di prendersi la propria rivincita dopo anni di tradimenti, dall' una e dall' altra parte. Insomma Rudi l'ha riconosciuto come parte integrante della famiglia. Horny as hell infondo non è altro che un grosso e morbido tappeto rosso per la sfilata di mr. Sax o trombetta o comunque lo vogliate chiamare.
Interessante se si trattasse di una sit-com a puntate.

martedì 11 novembre 2008

Scientists / Weird love [ Big Time ]

Voi, da che parte state? Scientists late '70 style ? Oppure tenete maggiormente alla loro reincarnazione eighties, denomintata da qualche genio swamp-rock? O non ve ne frega assolutamente nulla perchè ultimamente ascoltate il remake messo in atto dagli Oasis? Per quanto mi riguarda, non esistono new wave-punk alla " Larry " ( Dal primo albo ) che tengano al cospetto delle psicosi apparse nel secondo tratto di carriera, ma sono opinioni. Una massa torbida e compatta, da restarci intrappolati con i piedi e con l' anima. In questo " Weird love " i nostri, sembrano quasi voler suonare una specie di " Crampstomp " rallentato, come se i Birthday party fossero andati a letto con Lux Interior & soci e ne fosse nato qualcosa. Bastano le prime tre traccie per dannarsi l'anima irrimediabilmente. " In my heart is a place called swampland " canta Kim Salmon, in " Swampland " tessendo desolazione su di un tappeto a tinte Crampsiane. " Hell beach " poi, suonerebbe perfettamente dopo " How far can too far go ? " in A date with Elvis ( Cramps 1986) , tanto per rendere l' idea di che anno fu il 1986. " Demolition derby" incede zoppicante, come fosse trainata al guinzaglio dalla propria dominatrice sadomaso. Ed in tutto questo delirio, a tratti compaiono sentori Chrome cranks e fioriture mentali distorte da clinica specializzata. Comprate e custodite gelosamente vicino alle manette e a tutta quell' altra roba che usate a letto, maledetti maiali.

sabato 8 novembre 2008

Pirate love / Black vodoun space blues [ Voodoo Rhythm ]

Bingo! Oslo, Norvegia. Mesi e mesi di palle cubiche, chiacchierate inutili con gente appagata da un' arte gustosa come una galletta di riso, giorni incui il giradischi mi osservava sornione e benevolo nel fargli suonare dischi vecchi di almeno vent' anni, giusto per tenermi in salute, poi lo schianto. Una nenia infernale, qualcosa che stava montando, quasi come se avessero stipato rabbia e messa sottovuoto. Il cuore iniziò a pompare. David Dajani, re degli scheletri suona ora la carica, vomitando migliaia di pipistrelli vocali nero pece, in un growl che possiede tutti i crismi dell' originale grido primordiale, qualcosa che rimette al mondo. Poi il buio avvolge malevolo e sei spacciato, fottuto, catapultato nel mio mondo dei balocchi a tinte transilvaniche. Nei primi dieci secondi " In a dirty cellar " sei a tavola con Bela lugosi e mangi scorpioni, prima che Dajani ruggisca ancora ritmando magistralmente l' inferno di vox che ha ormai drogato l'aria. Puzza, fetore, desolazione, corpi squartati e vecchie copie di Tales from the crypt a suturare inutilmente le ferite mortali. " Slumber blues " e la notte riavvolge e si fa crepuscolo per darti l'opportunità di ballare con le streghe più sexy e tossiche di tutta la vallata della morte. Poi cimitero, messe sacre per ghoul e reietti come in " Death trip " . Sono vivo. Grazie Pirati.

sabato 25 ottobre 2008

Datsuns / Headstunts [ Coocking vynil ]

I Datsuns sono diventati una indie band, e non lo erano. Quindi niente più ululati alla luna australiana, graffi vocali animal-rock'n'roll, niente. Ora, giunti al quarto episodio, anche voi amanti di Arctic monkeys e English dancefloor rock all' acqua di rose potrete sballare con sto disco. Dico veramente, è un albo che dovete comprare, datemi retta lo incastrerete in una teca d'oro tempestata di zaffiri e userete solo gli mp3, che ascolterete ad intervalli regolari, tutti i giorni. " Headstunts " è un disco clamorosamente appiccicoso. Nato da melodia e riff scrocchianti, ( Utilissimi per ripulire le orecchie se in questo periodo state ascoltando i Meshuggah, per esempio ) vive per accompagnarvi nelle serate invernali, attraverso tour-bar infiniti, fatti di vodka e birra, tra un disco dei libertines e un vocalizzo " bubble " di Julian Casablancas. Datemi retta, se la rata del muto vi assilla, stappate una moretti, mettete su " Hey paranoid people ( What's in your head ) " e andate a zonzo per la città, con o senza amici, non importa. La conformazione allo standard sarà talmente indolore, grazie a quei 4/5 riff seminati ad hoc, che non vi servirà neanche urlare " Laaaaast niteeeee " fuori dal finestrino, ci siete, sarete appagati e ubriachi. Che poi è quella sensazione che tutti bramano, alla sera, dopo il telegiornale.

giovedì 23 ottobre 2008

Gruesomes / Tyrant of teen trash [ Richocet sound ]

Fortuita coincidenza, quella che mi vede dopo mesi di ricerca, trovare " Tyrants of teen trash " in vinile e ad un prezzo da comuni mortali, proprio quando la Richocet sound decide di ristampare. Poco male, ho sempre odiato il cd. Come vi dicevo, la mia ricerca si era intensificata negli ultimi giorni per via dei gravi problemi d' identita di cui soffriva e soffre, il panorama rock. Quale momento migliore per scucire del vil denaro per assicurarsi godimento primitivo genuino? Pensai. Ecco, può sembrare una cosa a cavallo tra consumismo, perversione e collezionismo, ma vi assicuro che si tratta solo di disperazione, mista ad un certo desiderio di riportare in riga la situazione, tornare alle origini e farlo nel modo più inetto possibile. Una reazione più che comprensibile, almeno dal mio punto di vista. Dunque invito anche voi, lobotomizzati di tutt' Italia ( Bhe potete ritenervi tali, se possedete un qualsiasi apparecchio televisivo, in caso contario, mi scuso, siete già in quello stato di pace che invidio ) e anche del mondo ( Visto che potete tradurre quello che dico ) a studiare bene il fenomeno e a farne molte tesi, esponendole a più persone possibili, solo così non ci sarà mai più bisogno di dischi come questo. Per ora, visto che ci siete dentro fino al collo, anche se non lo sapete o fate finta di non saperlo, posso dirvi di tirare fuori dall' armadio il vostro costume da cane da riporto, o anche segugio da caccia andrà benissimo, tutti ne hanno uno. Poi sbattere con violenza sul lettore squallidamente cd " Bloodhound " ed entrare lentamente in un originale delirio anni cinquanta. Fatelo, poi mi direte. " Cry in the night " ovvero " The next step ", è la consapevolezza di avere mezza gamba nel pantano e non poterne uscire vivi, se non cambiati. D'ora in poi sarete trattati da cavemen o cavegirl, vedete un pò voi. Alle mutilazioni di brani già di per sè truci come " Jack the ripper " o " The witch " vanno aggiunti sfoghi adolescenziali drogati ed innocenti come " Dementia 13 " e " Unchain my heart " , Tutto squisitamente a bassissima fedeltà. Tabula rasa diceva qualcuno, si può costruire. Ma si vuole costruire?

sabato 2 agosto 2008

Supersexyboy 1986 / Royal peacocks [ Zodiac Killers ]

Per uno come me, uno che si è fatto spedire il vinile limitato ed autografato dai Mudlarks , bhe viene del tutto spontaneo approcciare alla nuova creatura di Ale e Matteo, Super sexy boy 1986 , con sana curiosità. Del resto scambiando qualche battuta con Matteo ( Batteria ), prima di aver ascoltato l' albo, emersero con gioia quelle passioni musicali capaci di introdurre al meglio ogni intento, conoscete i Nervous eaters ? Ecco. Nove pezzi per spiegare come la spinta hard di qualià, si possa insinuare tra le lenzuola garage senza sgualcirle. " Under my car " parte come un calcio nel sedere " Mojomatico " e prosegue con vera baldanza alla Malibu, Biff Malibu. Tante le influenze punk, dai Dead boys agli Heartbreakers , che cristallizzano per emergere in " The news " un' implosione di Teengenerate e Nervous eaters da crash test alcolico. In sostanza, da questi pezzi si evincono le premesse per un tour stracolmo di testosterone, e posso garantirvi che io sarò pronto a seguirne le gesta live, e voi? Voi sarete pronti a sostenere questa band, ne sono certo.

lunedì 21 luglio 2008

Red flash, presentatore e critico musicale.

Guardate questo.
In effetti, ripensandoci, non è male. Non è male chiamare ad " Help " ( Mai sentito titolo più sciatto per una trasmissione a sfondo musicale ) i Fleshtones , vera e propria gloria Newyorkese del revival garage, ( ma non solo ) ed esordire con: " Where do you come? Wich town? " e trattarli come una band emergente da quattro soldi. Non è male prendersela con il farfisa ( Mentre il leader, Peter Zaremba, timidamente come è nel suo carattere, sottolinea essere Italiano, sussurrandolo con orgoglio ) evidenziandone il grado di sporcizia e di usura, salvo concludere con un : " Si si va bene .." dopo una precisazione di Zaremba : " It's nice " . Non è male, da parte del rosso presentatore, sottolineare a termine dalla prima canzone, un' influenza " Beatlesiana ", alla quale Peter , risponde con un interrogativo: " In this song.. " , e credo tanto che avesse voluto dire : " In this song... maybe" o " Only in this song..maybe" . Perchè, onestamente parlando, i fleshtones hanno altre influenze. Ma lui è così, parlo di Red , deve mettere la sua eiaculatoria passione per i caschetti Inglesi ovunque. Temo anche non abbia mai sentito altro in vita sua. Dunque non è male che Help sia terminato, con buona pace di tutti gli amanti del rock, anche dei Fleshtones..maybe.

venerdì 11 luglio 2008

Morlocks / Emerge [ Area pirata records ]

Per importanza storica, a mio modo di vedere, questa ristampa rappresenta " l' avvenimento del 2008 ". Anche perchè seguita da un bel tour ( Per quanto riguarda la tappa Italiana di Cesena, potete trovarne ampio resoconto impreziosito da foto e video qui ). I Morlocks per chi non li conoscesse sono la band di Leighton Koizumi vero e proprio sopravvissuto della scena garage anni 80 ( Non sono certo una novità le leggende sulla sua presunta morte.. ) , già con i Gravedigger v ( Allora solo quindicenne, ma premiato immediatamente con un albo su Voxx da quella volpe di Greg Shaw , pace all' anima sua) il Nippo Californiano visse, e vive ancora, la sua perenne fase adolescenziale come un viaggio di sola andata verso l' isola dell' eccesso più sfrenato, giungendo al progetto Morlocks per dare un seguito alle cacofonie espresse dal suo precedente gruppo di scavafosse. Il risultato è qualcosa di ancora più estremo, un Ultragaragepunk sporco e carico di testosterone, che fece impallidire all' epoca e continua a farlo tutt' ora. " By my side " come"In the cellar " o" Born loser " non sono altro che classici passati sotto il trochio di Leighton e delle sue bestie. Area pirata ristampa oggi l' album sia in vinile ( verde a edizione limitata a 500 copie ) che in Cd digipack con booklet arricchito da foto e flyers dell'epoca inediti. Se me lo avessero detto anno scorso non ci avrei creduto, procuratevene una copia. A tutti i costi.

martedì 1 luglio 2008

Turbonegra - L'ass cobra [Wolverine records]

Rispondono al nome di: Lil' Hank (Vocals) Ms. Rebellion ( Giutar) Ms. Summers ( Drums) Happy-E (Bass) e incredibile ma vero Demanda P.Pomparius ( Keys,tambo,vocals) e sono la cover band Losangelina all female "Ufficiale"(?) degli immensi Turbonegro. L'ass cobra risulta quindi una summa dei pezzi più tosti dei TRBNGR rielaborati in chiave femminile, ci sono proprio tutti, dalla leggendaria "The age of Pamparius" fino alle cose nuove come l'opener "All my friends are dead" . Ho però un dubbio atroce, vista la presenza della mascolina "Erection", anche loro in sede live adotteranno l'intro del frontman dei Turbonegro? Fischione annesso? Chi ne sa qualcosa è pregato di farmelo sapere. Utile se vi è andata a fuoco tutta la collezione degli originali, che dovreste conservare in una teca ignifuga, idrorepellente e a prova di atomica.

mercoledì 11 giugno 2008

Morlocks / Easy listening for the underachiever [ Go down records ]

Un disco tutto nuovo, dei Morlocks. Se avessi vinto alla lotteria sarei stato meno contento, sono sincero. Non è per i soldi, a chi importa dei soldi? Chi ascolta i Morlocks non ha soldi, e neanche li vuole. Il fatto è che tutte le volte che prendo in mano il disco ( Vinile colorato di rosso, stampa limitata a 500 copie , esatto, come per la ristampa di Emerge ) il mio pensiero corre inevitabilmente a quella sera. Non sono per nulla mondano, e la maggior parte dei concerti mi annoiano, mi deludono, e poi mi stufo facilmente delle spacconate degli artisti contemporanei. Credo però, che per ottenere uno show degno di ciò che rappresenta, bisogna spingersi oltre, essere fantasiosi, ma soprattutto umiliarsi fino al midollo. Quella sera vidi i Morlocks partire proprio con tre pezzi di questo sfavillante nuovo albo, e tutto mi sembrò naturale, molto più naturale del solito. Insomma quante band propongono i pezzi nuovi a inizio concerto? tante , forse tutte. In questo caso però l'evoluzione del suono sembrò così naturale, da giustificare i tanti anni d'attesa. Chiariamoci subito, e lo dico per quelli che pensano che i nuovi Morlocks siano virati verso "un rock americano più radiofonico" ( Non ci crederete ma qualcuno l'ha detto veramente ), questa nuova reincarnazione della band di Koizumi è altamente tellurica. C'è il garage certo, ma è trattato con i fulmini. Il titolo dell' albo ( Semplici ascolti per lavativi ) la dice lunga sul perchè l'attesa sia stata così spasmodica, ma non spiega perchè Leighton sia stato dato più volte per morto, peccato. Dirty red, Sex panther e Teenage head valgono da sole il prezzo del disco e rimettono in pista una band data per defunta. Una leggenda che ritorna.

domenica 20 aprile 2008

Re dinamite / Re dinamite [ Go down records ]

Posso dire, di non essere un ascoltatore particolarmente
impressionabile dalle cafonerie attitudinali che questi Re dinamite spargono ben bene in ogni cosa che li riguarda, devo aggiungere però che oggi come non mai, in Italia, qualche tamarro pronto a sparare riff come un idrante rotto possa solo migliorare la situazione. Questi in particolare mi sembrano perfetti per il ruolo destinatogli.Vengono da Treviso, si presentano come: Vanny r'n'r ( Chitarra ) King Ricky ( Batteria ) e The Zmudah ( Basso e voce ) e promettono guerra alle buone maniere. Affini ad un sound high energy rock'n'roll di band come gli Zen Guerrilla , dimostrano nel loro omonimo albo di possedere un' estetica hard classica polimerizzata con vero amore stoner desertico, insomma gli ascolti di Kyuss e Fu manchu si sentono, e anche quel bubbone da Lemmy Motorhead che li infastidice tanto, difficilmente se ne andrà andando avanti di questo passo. Copertina che più tamarra non si può, speriamo raschino via dalle radio un pò della sbobba inerte che ci tocca subire al lavoro, quando nessuno si è preso la briga di farsi un cd da casa.

martedì 1 aprile 2008

Dirtbombs / We have you surrounded [ In the red ]

Genio non lo è, neanche lo diventerà. Scartate anche la missione " Da Vinci " tanto neanche riesumare lo spirito dell' uomo " D' ingegno " potrebbe fare nulla per Mick Collins. Quindi basta con sta storia della fusione di stili. Non corrisponde a verità la diceria secondo la quale, se un pierino qualsiasi ( Cosa che Mick non è ) polimerizza Bo Diddley con Iggy Pop bisogna necessariamente farlo Papa. Poi vi immaginate che faccia? Un mulatto dal fisico tirato a stecca che se ne va in giro arrapato come un diciassettenne, per i bordelli più rinomati di Detroit, spacciandosi per " The Originator "? Rischia grosso. Questo per per quanto riguarda " Gli intenti ". Poi è chiaro che Mick, fin dai tempi dei Gories ci manda giù di testa con il suo rock, ma accade solo perchè egli risponde continuamente " Presente!" alle sue continue pulsioni da annoiato urbano. Niente di geniale, solo cavernicoli echi che rimbombano nella mente del Collins, sbattono i piedi, per poi eruttare passione. " We have you surrounded " forse in questo senso rappresenta il picco massimo. Personalmente, trovo nel raggio compositivo compreso tra "Ever lovin' man " e " Wrech my flow " il cuore dell' opera Dirtbombs graffiata 2008. Lasciate stare l' opener " It's not fun until they see you cry " , tanto non ha senso ( a meno che vi troviate rinchiusi in un' istituto psichiatrico mentre leggete questa recensione, e questo sarebbe lodevole da parte dei gestori dello stesso, la cultura innanzi tutto.) sbobinarsi la mente con gli stessi vagiti alienati prodotti dai barboni più teatrali della vostra città. Piuttosto ascoltate i cori " neri " di " Every lovin' man " mentre si prendono la responsabilità di impastare quella lametta punk Stoogesiana, della voce di Collins. Rhythm and blues & punk amici per la pelle. " Invisible " è un ragazzo di colore ai bordi di una strada buia, sotto all' unico lampione, mentre si fa beffe della città, ignaro e sprezzante del pericolo. " Sherlock holmes " ( Cover degli Sparks ) è il funerale del ragazzo. Dura la vita di città.

domenica 30 marzo 2008

St. Phillip's Escalator / Endless trip [ Living eye ]

Ok, Zachary Koch si è unito alle live performance dei Chesterfield Kings, Rhytm guitar & Keyboards e allora? Greg Prevost ( Sempre Chesterfield ) li produce e allora? Non è forse meraviglioso vivere in una grande famiglia garage, specie se poi i nipotini sono questi? Adoro questa scena. Detto ciò, ci tengo a precisare che questi St. Phillip's Escalators debuttano subito dopo aver inciampato ( uscendo ), nel gradino dell' aula di " Rock lessons ". Tutta una vita passata sul capitolo " Sixties ", paragrafo " Heavy sixties " di un libro probabilmnete scritto da Dickie Peterson , ti segna. Escono e esplodono. Lo fanno producendo una scia simile ad un' iride capace di evolversi a piacimento verso qualcosa di piu simile ad un fungo atomico. In " Endless trip " si sentono i kinks, vero. Ma vanno a braccetto con i Blue Cheer. Provate ad ascoltare " Cross the line " e ditemi voi se in tutta questa attitudine sixties non covi in realtà un fuoco seventies. Fiamme altissime e indomabili . La chocolate watch band drogata di Amboy dukes. Indolenti come punk all' ultimo stadio di sopportazione della realtà in " In through my head " e " Catching your back " , trovano sfogo nei loro riff piroclastici. Democrazia rock. Fantastico.

sabato 29 marzo 2008

Narcotics / All the purple pussies [ Teen sound ]

Sinceramente, questo " All the purple pussies " dei Bolognesi Narcotics , ero anche disposto a comprarlo a scatola chiusa, cosa che alla fine feci ( dopo l' ascolto di " Love has no time ", cover dei Miracle workers. Non prima ). Credo per colpa dell' impatto chitarristico asprigno e sincero. Oppure forse è stata colpa della copertina da elettroband d' avanguardia. Insomma avete mai visto una composizione di pixel più autoindulgente di questa? Non credo. Muddy George ( Voce e percussioni ) non è Mick Jagger e neanche lo vuole sembrare, gli viene spontaneo. Forse un' infanzia legato mani e piedi alla sedia, nastro adesivo sulla bocca e cuffie nelle orecchie, mentre sul piatto gira Exile on main street. Forse è il rock che si rigenera. Rimane il fatto che l' opener " All the purple pussies " è pura Stones attitude, e cristo se mi piace. Va detto però che la tavolozza dei cinque Bolognesi non propone solo " Rolling painting " tutt' altro. Incastonano in " Fuckin' shootin' star " un giro di chitarra Warsaw (Drawback) in un telaio garage classico ma personale , che da solo li manda al largo dell' isola della banalità. Fiorisce così la primavera garage che anima gli intenti della band, su cui troneggiano influenze eighties, Miracle workers su tutti, e che accompagnerà il disco rimanendo su buoni livelli fino alla fine. Io dico che vi piaceranno.

venerdì 21 marzo 2008

Ray Daytona & The Googoobombos / One eyed Jack [ 66Sixties ]

Ho passato almeno una settimana con " It's not that i don't like " e " Sick and tired " incastonati nel cervello. Mi sono poi ritrovato risucchiato da un vortice vocale, quello che ad ogni vagito di Rosie, bassista e voce occasionale della band, fa stringere i pugni, e digrignare i denti. Perchè fondamentalmente sono un punk, e quella voce è il punk del '77 che fa capolino, Bhu . Per uno come me poi, che sveniva per Siouxie, Cervenka e Poly Styrene, il massimo. Non sono stupito però, insomma Ray ci ha già abituato a questo, e nel nuovo albo " One eyed Jack " ( Quinto per la band Toscana ) sperimenta le sue pozioni surf anni sessanta, su tutte " Trouble pusher " con il punk appunto, quello vero. Non solo questo però, anche sferragliate di garage eplilettico come in " Backdoor baby " e tanta tanta Italica passione!. E' ora chiaro che si possa essere fieri del nostro" rumore ", fieri del riverbero fuzz, quello made in Italy. Un inferno di passione.

The Masonics / Royal & ancient [ Circle records ]

Dischi come questo, realtà come queste. Eccoli, i responsabili della mia enfatuazione costante verso ciò che comunemente chiameremo rock, ma che io chiamo, bisogno. Se conosceste Billy Childish, e io non lo conosco ma nella mia mente un' idea me la sono fatta, capireste che per mettere su un baraccone di relazioni interpersonali, band e attitudine selvaggia alla sua maniera, bisogna amare ciò che si fa. Altro che NME charts, mi son spiegato. Io vorrei vedere organizzato un Heineken Jammin festival, oppure un' altro di quei festivaloni riempi atollo di Mururoa con le seguenti band: Milkshake, Headcoats, The Delmonas ( Che nel mezzo della festa diventano le Headcoatees , come il bruco e la farfalla ) e appunto i Masonics. Perchè? Semplice, perchè sono un' ottimo esempio di come vada affrontata la materia rock. Amicizia, intensità e follia allo stato puro. Rock, insomma. I Masonics, per chi non lo sapesse , sono Mick Hampshire, bruce brand ( Milkshake, Headcoats ) e John Gibbs, sono Inglesi e " Royal & ancient " licenziato dalla circle records rappresenta il loro settimo albo. Una miscela ben dosata di sixties beat, garage californiano, e punk vocals in surf attitude. " Don't talk to me ", " I really don't care " e " Baby move closer to me " le perle di un lotto, capace di mantenere per tutta l' opera, intensità e ruvidezza. Maestri del genere.

sabato 15 marzo 2008

Toilet boys / Sex music [ Dead city records ]

La storia dei Toilet boys è la storia di una città, New York. Ecco, così avrei voluto cominciare il racconto, anche se in verità, la realtà è che i ragazzi toeletta sono quello che sarebbe stata New york, se si fosse ubicata nel bel mezzo di una sfigatissima campagna. Certamente sono e si sentono del tutto e per tutto Newyorkesi doc, e lo sono profondamente in un certo senso. Se ne accorse anche Debby Harry, che gli scelse per aprire gli show dei suoi Blondie agli albori della scena, rimanendone una fan sincera. Lo dimostra il fatto che la prima traccia dell' albo tale " Sex music " vede un intro nella quale la stessa Harry richiede un brano dei Toilet ad una radio locale. Puro supporting innamorato. Del resto questi ragazzi si fanno voler bene, se pensate che persino una band del tutto mainstream come i Red hot chili peppers se li è portati a spasso per il globo, adorandoli. A sette anni dall' ottimo " Toilet boys " licenziato dalla Masterplan, " Sex music " comprime ancora una volta su disco l' anima indomita della band. Un' entità in reggicalze tutta " New York dolls & Rock'n'roll glam ", dall' anima autonoma. Sentite il piglio di " Nothing to lose " e sballate con Miss Guy. Riaprite il CBGB'S per un attimo con " Carbona not glue " ( Ramones cover ) e ditemi se band cosi non meritano se non un successo deciso, almeno un seguito appassionato e presente. Ma oggi, 15 marzo 2008, il seguito e l' amore " di maniera " va verso altre scene , altra spazzatura, per cui se non altro, ascoltando i Toilet personalmente mi assale un orgoglio ed un rispetto genuino verso tutta la scena sommersa , che con ( forse ) inutile profitto continuo a portare avanti in questo semplice blog.

venerdì 7 marzo 2008

Lords of Altamont / The Altamont sin [ Easy action ]

Fate caso alla parola " Fast ". Presente in ben tre dei tredici titoli che compongono l' albo, racchiude in quattro lettere lo spirito di questi Lord tutti motocilcette e donne di pelle vestite. Veloce. Come la California, popolata di scattanti e mai immobili esemplari umani dotati di una spiccata mania di protagonismo ( troppi beach party e limbo challenge da spezzarsi la schiena per starsene nel letto ) . Come, Jack " The preacher " Cavaliere . Ex Untamed youth e organo dei Bomboras ( Si narra che all' arrivo del ardimentoso Jack negli ultimi, qualcuno abbia deciso di cambiare aria.. ) e capace di plasmare la creatura Altamont, a propria immagine e somiglianza. Oh bhe, in compagnia dell' amico Michael Davis ex MC5 e Johnny Devilla ( già con lui nei Bomboras) ma solo in compagnia, sia chiaro. " Altamont sin ", terza prova e prima per l'etichetta Easy Action è un vero collage di influenze rock amalgamate ad un composto garage che dona loro identità. Un pò quello che fanno da McDonald's ma con molto più mestiere e passione. Non rendo l' idea? Ok, la loro intro è nientemeno che " No love lost " dei Joy Division frullata in un vecchio moulinex con fulmini, riverberi e un lime. Va già meglio vero?. In buona forma lo starter esplode il suo colpo, i motori rombano, " Faded black " e " Gods & monsters " hanno una gran voglia di mandare nel burrone la vettura avversaria a suon di garage-punk. Riuscendoci. I nostri poi guidano un sidecar truccato con ogni sorta di libidine da meccanico. In " A gun called justice " mostrano la carrozzeria aerografata Cramps con sorriso sprezzante ed ignaro. In " Living hell " lasciano le mani dal volante e si propongono in una mostra della propria fisicità degna solo del signor Iggy Pop. Chiudono con " Don' t slander me " di Rocky Ericsson.
Sento ancora la puzza di pneumatico bruciato.

sabato 1 marzo 2008

Bloodlights / Bloodlights [ Mate in germany ]

Nelle sue parole, riconosco la voglia matta di tornare ad incendiare i palchi di mezza europa, dopo la dipartita dei Gluecifer. Nella prima prova dei suoi Bloodlights c'è tutta l' adrenalina per mettere su un altro show, e divertirsi ancora come dei matti. Ma qualcuno mi deve spiegare perchè Captain Spoon abbia avuto tutta questa fretta. Insomma per dirla tutta, dimenticate i Gluecifer, e Biff Malibu' ( Che Dio ti benedica ) , pensate piuttosto ad un Punk'n' roll spesso irrobustito da chitarre heavy come da coretti melodiosi, in pratica, una barba mortale. L'opener " Where the stars don't shine " forse il miglior pezzo del lotto, risce a mantenere il tiro alto senza slegarsi troppo, anche se risulta inevitabile un immediato appunto sulla mancanza lampante di personalità e d' impatto, che per questa tipologia di rock sono tutto, comunque tranquilli le cose peggiorano. Si riparte con il riff addormentato di " Bloodlights " vagamente?! Stone age , dritti verso un ritornello melenso che non porta da nessuna parte se non sotto le coperte. E pensare che con le note iniziali di " Addiction " mi è sembrato quasi di intravedere una bolla d' aria, in realtà era uno spartito Motorhead, farcito da melodia punk scaduta da qualche giorno. Il disco, ve lo dico in amicizia, non decollerà mai, e io potrei continuare a parlarvi di quanto sia scontata questa roba. Ma non lo farò, me lo ha chiesto in sogno un certo Biff Malibù.

giovedì 28 febbraio 2008

Baby woodrose / Blows your mind [ Bad Afro ]

Negli On Trial suonava la batteria, nei Dragontears suona tutt' ora chitarra, organo, percussioni e canta, ma è proprio con la sua creatura più amata, i Baby Woodrose, che il polistrumentista Lorenzo " Woodrose " ( Appunto ) consolida la summa dei propri sforzi e istinti. Anno 2001 il nostro eroe se la suona e se la canta, compiendo un vero lavoro di " Do it yourself " al cospetto del quale persino Steve ignorant impallidirebbe. Al grido di : " Scriverò cinque milioni di canzoni in trenta secondi! ", entra in studio solo, e ci rimane. Lo vedranno due o forse tre ore dopo uscire attorniato da un' aura eterea, mentre, rivolgendosi al nulla borbotta cose tipo: " Si Dio, si, te lo prometto, in futuro sarò più psichedelico"( Promessa poi mantenuta con Chasing rainbows ) . Contatta gli amici della Malleus che ai tempi erano poco più di una realtà in crescita, i quali decidono di proporgli la copertina erotico-psichedelica del secolo, lui accetta. Pubblica tutto sotto la sua Pan records ed il gioco è fatto. Fossi in lui, aprirei una rubrica televisiva dal titolo: " 1-2-3 Disco! " dove spiego come stamparsi da soli i vinili in casa mediante mistura vinilica e qualche stuzzicadente. Il disco piace, anche perchè " Caught in a wirl " possiede l'effetto dirompente di un beverone di uova, ortaggi, frutta e lsd assunto alle 6 di mattina, prima del footing. Qui, la psichedelia dei 13th Floor elevators trangugia gli Yardbirds appena usciti da un banchetto a base di Seeds e Chocolate watchband mentre tutt' attorno un coro di chitarre ruggenti reclamano l'antipasto. In " Blows your mind " schizzi di Pop ( Iggy Pop ) sporcano un tappeto sixties fino a quel momento imbrattato solamente da vino, tabacco e liquidi umani. Insomma l'opera risultò agli albori del millennio, un manufatto sixties di nuova generazione, qualcosa di nuovo suonato con riconoscenza. Mamma Bad Afro, Troppo indulgente fin ora, decide oggi di ristampare il tutto, dando la possibilità a chiunque di possedere la propria copia dell' albo. Sleeve originale Malleus sia chiaro. Non sarà certo qualche pudico stampatore Tedesco ad impedire che il tutto venga pubblicato come in origine, e poi non siam nell' era del porno?

domenica 24 febbraio 2008

Mudlarks / Mudlarks [ Gonna puke ]

E qui si potrebbe aprire un dibattito dal titolo: " Donne al potere: Per lo meno ci guadagneremmo in stile " , i Mudlarks poi ne sono la conferma. Prima con Michela, Silvia e Alice, ora solo con l' ultima, questi Vicentini si sono già fatti le ossa in giro per il mondo (All' attivo già un tour in California supportando band come Dickies ), crescendo , da cover punk band ( X Ray Spex, Avengers, Penetration nelle loro esibizioni ) a realtà personale, in possesso di un proprio linguaggio. Ora sono in quattro, Matteo ( Batteria ) Dino ( Basso ) Ale ( Chitarra ) e Alice ( Voce e Chitarra ) e stendono oscuri tappeti blues anni '50, impreziosendoli con cammei raffiguranti il volto di Lux Interior. Alice poi è quello che Exene Cervenka sarebbe stata se, nata nella città del Palladio, si fosse drogata con Blues di vecchio stampo prima della scossa punk. Innamorarsi della sua voce lasciva in " Blues drivers " avviene per inerzia, il suo passo è indolente in una rincorsa punk. " Strange days " e " Teenage time " sono perle punk-blues oscure, taglienti e sprezzanti, mentre In " The boy next door " emergono delle Demolition doll rods feat una punk sfatta, in un vicolo buio. Hey, Italiani! Spegnete Mtv Brand new, che ci pensan già in parlamento a prendervi per il culo, e fatevi un regalo, una mezz' ora di onestà, stile e classe.
Lo dico per il vostro bene.

venerdì 22 febbraio 2008

Nick Drake / Pink Moon [ Island ]

La signora Drake, Madre di Nick, dev' esser stata una grande donna. Una di quelle madri attente e premurose fino all' eccesso, un' entità angelica capace con il proprio amore di far fiorire la sensibilità della propria creatura. Nick appunto. In quest' ottica si possono spiegare molte delle attitudini del giovane Drake, tra cui la non trascurabile predisposizione musicale. Nicholas Rodney Drake è per me un pensiero caro, una strada parallela, non un esempio ma un' affinità, qualcosa di empatico che sento di conoscere da vicino, anche se lontano decine di anni. Ostile, di un' ostilità non presente in nessun dizionario conosciuto, qualcosa di riconducibile alla lontananza e alla diversità d' intenti e di stimoli nei confronti del mondo. Remissivo a concerti ed interviste, Nick vedeva il mondo come un universo grigio e parallelo al suo bellissimo e canginate mondo interno. La cosa che mi fa innervosire poi è il fatto che quel 25 Novembre fu trovato morto per un " Overdose " di Tryptizol, e di lì in poi fu trattato come un poeta maledetto, cosa che Nick proprio non era. Apparte il fatto che Nick non si voleva uccidere, ( l'assenza di biglietti vittimistici e la presenza di sedativi ben più potenti in casa avvalora la mia tesi ) ma secondo voi, uno che se ne esce con titoli come " Bryter layter " ( Espressione usata dai metereologi per sottolineare un cambiamento climatico in positivo, nel suo caso traducibile come " Una speranza " ) può essere lo stesso che tenta il suicidio con un antidepressivo da quattro soldi e neanche troppo potente?. No, ve lo dico io. Nick conviveva da anni con la depressione e la dipendenza da farmaci, ma non ha mai smesso di essere se stesso, e guardate che non era il tipo da melodrammi autoindulgenti. Amava parlare di Amori perduti , solitudine, innocenza e purezza ma soprattutto nei suoi testi vigeva come un' unguento la speranza in un miglioramento delle cose, qualsiasi esse siano. Ebbene si era un positivista, amante della realtà, che sottolineava sovente come una cartina tornasole umana. Pink Moon, oltre che il suo capolavoro, è proprio questo, un presagio sulla sua condizione, ( Luna rosa , luna insanguinata, presagio di sventura ) non una piangeria. Ascoltate " Place to be " e la sua alienazione, " Which will " e la sua lontananza, " Parasite " e la sua delusione, scomparite da questo mondo con Nick per qualche minuto, lo benedirete per questo.

domenica 17 febbraio 2008

The Solution / Will not be televised [ Wild kingdom ]

Ed il bello è che credono di essersi sbarazzati di noi!. Ad ogni modo, non crediate che vagonate di mainstream e indie rock da copertina ci abbia cancellato dalla faccia della terra, belli, non ci vedete ma ci siamo! E ci teniamo anche continuare a farci gli affari nostri. Per chi legge attentamente questo blog impopolare, saprà che Scott Morgan è uno dei nostri. Un eroe? no. Un musicista, di quelli coerenti. Quelli che mi piace immaginare in un pub fumoso di periferia, mentre incendiano l'aria. Nel suo caso, con la Sonic rendezvous band, con i Rationals o con gli Hydromatics oppure seducendo le masse ebbre, con il Detroit soul completo di tromba e cori femminili, ( neanche fossimo ad una di quelle processioni religiose nere, colme di: Alleluya! Alleluya! ) dei Solution appunto. Senza contare, che il progetto comprende anche la presenza di un certo Nick Royale ( Hellacopters ) e che in questa seconda prova la produzione risulta impeccabile e l' appeal immutato. Vinile limitato.

sabato 16 febbraio 2008

Sick rose / Faces [ Teen Sound ]

Lavoro in una libreria. Stamattina, vuoi per il freddo o perchè di sabato nessuno ha voglia ne di leggere e neppure di comprare simpatici gadget a forma di gatto, persisteva un vuoto cosmico nella piazzetta antistante. Riconducibile solo ad una delle prime scene di 28 giorni dopo . Quindi ne approfittai per spassarmela per la rete, a caccia di nuove band e comicità a buon mercato. Questo mese la fortuna, neanche a farlo apposta, mi ride in faccia. Rumore da un bell' otto in pagella ai Baustelle, disco che già ascoltai due giorni fa, in uno dei miei tanti momenti di " Incamera più trash possibile e poi sfogati con un bell' album " ( Fatelo anche voi, l'album " buono " che sceglierete acquisterà potenza inedita ) e per i quali di solito uso i programmi mediaset. Ora, Tutti i blog dello stivale ne descrivono le lodi, ma personalmente arrivato al verso : " Ho quindici anni, programmo la mia drum machine e suono la chitarra elettrica..e spacco il culo" mi son vergognato come un cane per loro, vomitando. Dovetti portare un catino anche la postina che nel frattempo era appena entrata. La postina appunto, era entrata per lasciare un pacchetto timbrato Teen sound, come a voler dire : " Te la do io la soluzione ", e anche se non l' ha detto, secondo me l' ha pensato. Tanto per dirla alla Baustelle: " Quelli della Teen sound spaccano il culo! ". Il pacchetto conteneva la ristampa di " Faces " dei Sick rose, una tra le più sottovalutate e straordinarie band Italiche di sempre. Arrivato a casa lo testai immediatamente su di uno stereo degno di questo nome, e finalmente compresi che era arrivato il momento di far spazio fra i dischi di: Negazione, Raw power e indigesti, nell' angolino delle perle tricolori. Compatto e " koizumiano ", l'albo gode come una lucertola sotto il sole della california garage ribelle e di qualità. La voce di Luca Re è punk, indolente e graffiante, come pochi altri ( Forse solo, lo stesso Koizumi ) nel genere tutto. " Nothing to say " è da top 10 della storia del revival garage, un trionfo di Maracas, Vox , Farfisa, Tambourine e chitarre fuzz da KO. tecnico. Io ve lo do il consiglio e voi potrete anche non seguirmi, ma se il vostro negoziante di fiducia fa il servizio di usato, per questo mese, portate indietro la vostra copia di " Amen " dei Baustelle in cambio di una copia di Faces, dite che ve l'ho detto io.
You can't control me no no no
no no no.

mercoledì 13 febbraio 2008

Stu Thomas / Devil & Daughter [ Bang ]

Credo sarà capitato spesso anche a voi di sentirvi svuotati come un tubetto di dentifricio spremuto, può capitare per tanti motivi, è normale . Ieri per farvi un esempio stavo ascoltando per l' ennesima volta " Heavy deavy skull lover " steso nel letto con la luce spenta, quando la puntina smise di emettere suoni senza avvisarmi. Non ero preparato. Ero intorpidito e " Terminato " come un Ghoul sfinito dal contrappasso mentre accarezza la brezza calda dell'inferno. Quindi, mangiai un panino e lessi un pò. Ma non era quel che volevo, insomma un panino con cotto e maionese non può fare nulla contro tutti quei demoni e spettri che ancora schernivano le mie meningi. Se almeno la maionese fosse scaduta, pensai, niente. Neanche un' arma batteriologica dalla mia parte. Mi sentivo perduto, mentre scorgendo con la coda dell' occhio tutti gli oggetti della mia stanza notai Stu che mi fissava come un vassallo dagli occhi a stella. Lo cacciai sullo stereo senza premura, lo volli prepotentemente, sperando chissà quali soluzioni e quali placidi mondi potesse edificare. Per carità, l'introduttiva " It's really nothing " è quello che tutti vorremmo ascoltare in una luminosa domenica mattina post-sbornia, oltre che un singolo splendido, ma non per questo fa al caso mio, non se sei in ebollizione. Con la seconda Stu fa centro! e che Dio lo benedica anche per tutte le traccie che la seguono. All' impatto con " Light & Shadow " ogni ustione viene mitigata e l' onomatopea : FFFFFFSSSSSSSShhhhhh si fa largo come un rigagnolo di fumo bianco distensivo fra tutta quella calda desolazione. Diavolo e figlia a spasso per i miei inferni, riflessivi e complici nel commentare ogni mia disgrazia ed ogni fortuna. Quasi amici miei, per una volta. Su tutto questo il signor Thomas di Melbourne e la sua voce baritona scandisono un paesaggio continuamente sconnesso e disturbato da repentine e fulminee interferenze visive raffiguranti spesso un Johnny Cash mai così padrone della vallata. Della partita anche Claire Moore ( Moodists ) Anna Burley ( Killjoy ) e Mike noga ( The Drones ).
Notturno.

lunedì 11 febbraio 2008

Misty Lane #21

Mentre scrivo queste personali impressioni su quello che da qualche tempo adoro definire come " Il sacro tomo di inarrivabile completezza a zampa di elefante " , parlo con Mauro "Rillo" Giletta della Misty Lane di quando sia strana la nostra esistenza. Hey non temete, nessun discorso cosmico alla Sai Baba nè tanto meno menate tristi su quello che vorremmo dalla vita, anche perchè noi dalla vita ( E credo di parlare anche per Mauro) abbiamo tutto. Cos'è tutto? ovvio, sbobinarsi le meningi con kg di pesante e nero vinile garage - Psych - Punk e dio solo sà quale altra diavoleria, è tutto. Capito ora chi siamo? Volete continuare a leggere ? Bene, siete come noi. Del resto, anche se continuo a comprare qualsiasi rivista rock prodotta in Europa spendendo miliardi in carta stampata non sono poi così pentito oggi di consigliarvi il sacro tomo. Anche perchè, non solo non è una rivista ma non saprei proprio come definirla editorialmente. So però che ne basta una sola copia per ereggervi culturalmente e farvi risparmiare denaro. Niente più quotidiani, fumetti e libri di Tolstoj (Che non avreste capito comunque) sul vostro comodino, solo misty un paio di birre di cui una aperta ma ancora da finire, noccioline, preservativi e peli di cane se ne avete uno. In questo numero, come in tutti i numeri la buona norma rimane la coerenza, specie nella scelta delle band passate e nella commistione di quelle attuali. Insomma splendidi articoli su e Jefferson Airplane e Blues Magoos si intersecano a meraviglia con perle sommerse del mondo garage e virgulti attuali. Flaming sideburns, Killroy, Mark The Spies su tutti. La Ciliegina sulla torta vede poi a pagina 135, Roberto Calabrò intervistare Lars Krogh della Bad Afro, in occasione dei primi dieci anni dalla nascita della ormai ( A mio parere ) gloriosa etichetta. E lo sperma schizza sui muri. E poi? e poi l' immancabile raccolta omaggio questa volta dal titolo: " Today's just tomorrow's yesterday vol.4 " , che se fosse per me regalerei ad ogni angolo di ogni strada del mondo, ma che in realtà non è altro che una compilazione di quelli della Teen sound ( Cioè gli stessi di Misty che trattano cose recenti, e questo mi è stato detto da fonte attendibile ) nel tentativo di ipnotizzare il mondo al ritmo del Flower-power.
Basta col Quaalude.
Scrivete a Massimo Del Pozzo e ditegli che volete la vostra dose di liberazione.

venerdì 1 febbraio 2008

Warlocks / Heavy deavy skull lover [ Tee Pee ]

Da anni, sommerso nel cordone degli stili ammiccanti aspettavo. Seduto, spesso steso, sempre acceso. Aspettavo qualcosa che potesse farmi sentir parte del mondo come i miei occhi lo han sempre visto. Lontano da meschinità mistificate, quasi sempre edulcorate, che mediante vampate spesso indecise attaravarsano i cuori della mia generazione. La mia passione, la mia vita, il rispetto della realtà delle cose e le sensazioni sottocutanee all' impatto, impedivano forte alla mia persona il contatto diretto con ciò che la socialità definisce come " Cultura moderna " . Oggi alzo la testa e vedo nero, vedo l' umanità straziata da sè stessa e grazie ai Warlocks possiedo una colonna sonora per tutto questo. Contemporanei come nessun' altra rock band, danno l' impressione nel nuovo " Heavy deavy skull lover " di aver la meglio agevolmente su tutta la matassa nero-pece degli istinti celati sotto kg di colore vomitevole. " Essi sono il nostro tempo " . E rido talmente forte da farmi sanguinare le mascelle, quando spesso per " Urgenza improvvisativa" vengon accostati a questo come a quell' altro filone compositivo, Senza ritegno alcuno. La copertina è magnifica, ne farei una serigrafia e la rivenderei come minimo a centomila Euro, L' attitudine è da entità superiore, il suono non teme il confronto con nulla nel creato. Volete anche che scenda nel particolare, vergognandomi anche solo nell' accostare nomi altrettanto giganti ai contemporanei Warlocks? come una televendita? Si lo farò! Perchè voi questo disco lo dovete comprare , e farò di tutto perchè il vostro negoziante si arricchisca con Heavy deavy. Bene, sono gli hawkwind ma morti nello spazio, sono i Pink floyd vestiti da Satana , Ammaliano come il primo Loop e porteranno al suicidio ogni vostro neurone salterello e pronto all' hype. La Tee Pee è la numero uno per quanto riguarda la nuova psichedelia. Qui non si smentisce e consolida il primato.

domenica 27 gennaio 2008

White hills / Heads on fire [ Rocket recordings ]

Risuona in lontananza come un tuono in un mare nero senza porti, il segnale dell' imbarcazione in arrivo, poi passi noncuranti su di una scala arrugginita e bagnata, spari, morte, mentre un telefono squilla. Inutile, il tempo si è fermato. Come se una pellicola dal titolo: " Solo nell' oceano, muori in silenzio " fosse proiettata ora, al sadico rallentatore, con l'unico scopo di sottolineare la morte ed i corpi straziati, mentre danzano a pelo d' acqua avvolti da una nebbia fitta e tossica. Solo un' umana voce suggerisce in eco " Don't be afraid " " Non essere impaurito " ma capirete anche voi, che anche il più coraggioso dei marinai a questo punto, avrebbe il cuore in gola. Non credo di sbagliare se in anticipo notevole affermo che " White hills - Heads on fire " sarà una delle cose più intense con la quali dissolversi nel 2008, anzi ne sono certo. La Rocket recordings del resto è direttamente collegata a Julian Cope e alla Invada. I conti quindi tornano. Quello che non mi aspettavo invece, era così tanta intensità psichedelica. Non solo quindi influenze Hawkwind e Floydiane, ma un vero e proprio innesto di sontuosa malignità senza tempo, in chiave psych. " Radiate " è allo stesso tempo cosmica e profonda come il più affettivo dei viaggi in acido, è come essere chiusi nel portabagagli di una ritmo, con un sacchetto dell' immondizia in testa, mentre la coscienza ti informa che il tuo destino è inevitabilmente legato a quel nano della morte al volante, quello che sai già ti scaricherà nel primo fosso buio di campagna, e se ne andrà ridendo. " Ocean sound " è un surf sul napalm sotto effetto valium, vestiti da Ozzy osbourne. Il resto è solo composto da tutto quello che la vostra mente fagocita, e dal bisogno di disperisone nel nero che essa possiede.

sabato 26 gennaio 2008

Lester Bangs / Impubblicabile! [ Minimum fax ]

Grazie al cielo il mio fratellino ha diciotto anni. Lui non è come me, non è alienato dal mondo brulicante che popola gli spazi al di fuori della mia cangiante concezione di vita rock per il rock con il rock. Lui è un rocker normale, accetta, è comprensivo, o forse è solo molto giovane. Il fatto è che quando ricevetti la sua chiamata, lui si trovava in pieno centro a Cesena, e con voce di chi ha appena trovato il primo EP originale dei Joy division per terra mi disse: " Sono in libreria, ho appena trovato un nuovo libro di Lester Bangs e adesso te lo compro " . Io pensai: " Telefonata della vita, o scherzo macabro?" Fortunatamente la prima delle opzioni era esatta. Mi ritrovai con in mano, e ci tengo a ribadirlo grazie alla Minimum fax edizioni , qualcosa di nuovo da leggere e ne ero felice, insomma come si può essere felici di non restarsene in casa il sabato sera ecco. Avevo trovato lo svago per il fine settimana, niente di più e ninente di meno. Le cose però stavano in modo diverso, molto diverso. Primo perchè anche se non leggevo Bangs da molto tempo ne avevo una voglia matta e secondo perchè lui rappresentò per me la cosa più vicina ad un idolo che si potesse immaginare per uno che trova stupida persino la parola: " Eroe di guerra " . In verità neanche Bangs fu mai un mio idolo, forse per colpa della sua scarsa igiene, di sicuro fu uno che avrei voluto come amico. Con questo libro in mano mi sentivo bene, appagato, di lettura veloce ( solo 137 pagine ) Impubblicabile stava per diventare la mia delizia del sabato pomeriggio. Mi sentii nel bel mezzo di una scala che da stupido va a disilluso, quando con avidità maniacale nello sfogliare quello che ormai era diventato uno scrigno pieno di gioielli, mi accorsi che ero al cospetto di qualcosa di immenso. Non solo il testo rappresenta: " Pagine troppo personali ed anticonformiste per trovar posto sulla stampa di allora " ma espone lo scrittore rock nei suoi momenti più veri, quelli in cui è alle prese con i propri deliri visionari più crudi e sinceri, esponendoli alla maniera di un fiume di acido ( lsd ) in piena. Molti dei pasaggi sono talmente crudi e sinceri, da riscrivere in un colpo solo le regole ( in caso ce ne fossero mai state ) del Gonzo journalism , lanciando il lettore in una spiarale di : Ma..ma..ma allora si può dire? ma si può scrivere una roba del genere e non cadere nel bidone delle ovvietà?? La risposta, inutile dirvelo è: Ovvio che si. Il testo tocca però a mio parere il picco più alto, per aggressività visionaria e fantasia cannibale nel capitolo dedicato ad Elvis dal nome : "E così sei davvero riuscito a cibarti del rè del Rock'n'roll! " nel quale vengono descritte con perizia di particolari le pulsioni del nostro eroe nei panni del rè del Rock tutto.
Per chi ha voglia ancora di leggere un capolavoro.

venerdì 25 gennaio 2008

Fleshtones / Take a good look [ Yep rock ]

Il 2 - 3 - 4 di Novembre a New York si è svolto l' unico festival a cui valga la pena assistere di questi tempi. Personalemnte quest' anno non l'avrei neanche chiamato Cavestomp , al massimo " la rinascita dei vecchi lisergici " oppure " A volte ritornano" , insomma tante celebrities garage tutte in una volta non si vedevano da tempo immemore. In particolare, il terzo giorno quel palco è stato calcato da Lyres, Sonics ( In ottima forma si dice ) e appunto Fleshtones . Apparte qualche miagolio lancinante emesso da un fan ubriaco e triste per l' omissione di " American beat " nella scaletta dei nostri, una cosa mi è sembrata da subito evidente ascoltando e leggendo i racconti di chi era presente, i Fleshtones sono qualcosa di inossidabile. Ancor di più se si pensa che non contenti nel prodigarsi in live performace adrenaliniche, i Flesh hanno dato vita al diciannovesimo figlio, " Take a good look ". E funziona! Il nuovo albo non si scosta di una virgola dalla tradizione vincente che contraddistingue la band di Zaremba . Melodico, sporco e raffinato, in diversi punti il disco da l' impressione di essere qualcosa di più di un lavoro a fuoco, ricercando negli schemi compositivi di classici come " Roman gods " , nuova linfa per alimentare il sogno. " Back to school " è l' american beat del nuovo millennio, mentre " Shiny hiney " e " Jet set Fleshtones " hanno tutte le carte in regola per essere le riempipista nel party rock dei vostri sogni. Dai non fate i timidi, anche se la prolificità dei Fleshtones è nota a tutti, è anche vero che qualche mese senza di loro risulta eccessivo.

giovedì 24 gennaio 2008

Maharajas / In pure spite [ Low impact ]

Delle attuali band della Low impact avevo già apprezzato i Sewergrooves oltre ad aver attraversato nel periodo di " This condition is incurable " una malsana passione per i Maggots . Non c' era verso di togliermi dalle ossa quel riff da mummia arrapata, quello presente in " Leave me alone " , ci siamo capiti. Oggi facciamo tris! perchè finalmente con " In pure spite " anche gli svedesi Maharajas fanno il colpo della vita. Ok, è il 4 albo della band nordica ma non crediate che le altre prove siano così al disotto dell' ultimo nato, tutt' altro, solo che qui siamo di fronte alla commistione perfetta di stili, ma lo capirete ascoltandolo di cosa parlo. Chitarre Fuzz, Organ & Tambourine le armi rivestite da un unguento di classe che adottano Jens Lindberg & co, in un mix che può contare sull' aderenza ad una garage attitude mitigata dal vento del rock'n'roll nordico, quello che vede gli Hellacopters come punto massimo. Quando una band possiede nel dna la capacità di sintetizzare due stili cosi intensi e proporli nello stesso medesimo spartito, bhe bisogna solo fare una cosa, comprare il disco ed ascoltarlo finchè non si usura, per poi comprarne uno nuovo. Non azzardatevi a masterizzare un gioiello del genere, non ve lo perdonerebbe nessun dio del rock, e ne esistono diversi.

domenica 20 gennaio 2008

Dome la Muerte & the Diggers / S/t [ Go down records ]

Adoro il vinile, e le fiere del disco in generale. I personaggi che la popolano sono unici e poi ci si può sbizzarrire in discorsi senza capo nè coda con uno qualsiasi dei venditori, basta trovare il punto cardine, la band della vita. Ne ricordo uno in particolare, un Toscano. Egli riportava ogni discorso stilistico, ogni riff ed ogni gesto estremo ad una sola ed ai suoi occhi da " grullo " incontaminata band, i C.C.M. Come dargli torto, visto che a genuinità ed urgenza i suoi beniamini non furono secondi a nessuno ( per chi non lo sapesse si parla di una band che ha scritto la storia dell' hardcore italiano, ma lo sapevate già lo so, vero?). Urgenza dicevamo, la parola chiave credo sia proprio questa, riassunta in una frase forse risulterebbe: " Lo devo fare, non c'è nulla d' altro che posso fare, solo questo devo fare ". Dome già con i sovracitati C.C.M oggi freme, perche fondamentalmente lui nella sua vita sa solo fare questo e lo DEVE fare. Invece per quanto riguarda il " come " lo faccia, ci sono qua io, ma vi do subito una dritta, il 49 enne non ha perso un grammo della sua urgenza. Recluta i Diggers , formazione tra cui militano Emiliano ( Ex Liars Garage-psych da Pisa ) Lady Casanova ( Not right ) e Basetta ( Thunder rod ) e si lancia in un progetto dalla gamma di sapori che spazia dall' acre e adrenalinica " Get ready " ( turbonegro influenced ) ad atmosfere nostalgiche come in " You shine on me " dal whoo whoo rollingstoniano che rapisce, passando per veri capolavori di loser rock'n'roll dal riornello dolce come in " Demons " . Ultima cosa, arrivati a " Blue stranger dancer " non stupitevi di quell' armonica indiavolata perchè a suonarla è the king of garage, Rudi Protrudi. Insomma, Questo intendo quando parlo di spirito rock, è la prima recensione dell'anno. Che sia di buon auspicio.
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