giovedì 20 dicembre 2007

Control by Anton Corbijn


Giovedi pomeriggio, tedio. Benchè concentrato nell' osservare tutti i corpi infreddoliti che si materializzano come spettri di ghiaccio riflessi, sulle vetrate della mia libreria continuo ad essere svuotato. Sono pallido, prendo " Così vicino, così lontano " di Deborah Curtis in cerca di conforto, nulla. Nulla, fino a che una discussione ardente non mi fa tirare il libro della Curtis sul tavolo sbeccandone il retro. In seguito mi calmo, osservo quella piccola increspatura nella parte posteriore della copertina e noto una cosa alla quale non avevo mai prestato attenzione, sebbene conosca il libro alla perfezione. Come si dice quando una persona vuole dare un senso alle cose a tutti i costi? Oppure vuole incastrare in un contesto elementi che non solo non ve ne fanno per nulla parte, ma che appartengono ad un altra dimensione? Se non lo sapete ve lo dico io, si dice Jon Savage. Frasi come : " E' il mito che trae origine da Thomas Chatterton e ancora oggi è in auge, via via incarnato da Rodolfo Valentino, James Dean, Sid Vicious, IAN CURTIS e Kurt Cobain. " mi fanno venir voglia di Riesumare Ian e ammazzarlo con le mie mani in modo da cancellarlo dalla lista degli eroi " maledetti " del signor Savage. Potrei farlo anche con Cobain ma poi dovreste chiamarmi " Gravedigger " e questo non mi va. Insomma Savage mi aveva tirato su il morale, ma non guadagna punti lo stesso. Il fatto è che Stò a pezzi dalla settimana scorsa per " Control". Vidi qualche spezzone da un amico, poi me ne procurai una copia tutta per me, poi diventò una droga e tutt' ora lo è. Credo sia colpa della medianicità del personaggio in questione, fatto stà che ogni volta che c'è di mezzo Ian Curtis io non vedo altro, non parlo d' altro, sapete non ho molti amici. Credo però che una cosa vada spiegata, Ian Curtis non è un mito. Non trovate misteriosa la fragilità straziante dell' essere umano? questo direbbe se fosse in vita, questo potrebbe dire un anima arresa, che si interroga sulle bellezze delll' essere tutti Umani. Un anima sconfitta da se stessa ma non per questo morta, vive nella pellicola biografica che Anton Corbijn propone oggi, dando prova di capacità extra videoclip inedite. Tutto è perfetto in "Control ", dal bianco nero, agli attori ( Sam Riley è Dannatamente uguale a Ian ) alla scelta dello stesso titolo, tratto da una porzione di " She's lost control " ( Pezzo dei Joy division probabilmente dedicato ad un amica di Curtis deceduta per colpa dello stesso male, che condito con sensi di colpa e droga porterà il cantante alla rovina ) . Control è la notizia bella dell' anno 2007. E con altrettanta determinazione voglio ricordare Curtis come il più grande dei sensibili, con positività. L'immagine dei miei sogni lo vede allo stadio mentre tifa per il suo Manchester, ormai libero dal fardello pesante del passaggio adolescenziale.

giovedì 6 dicembre 2007

The Urges / Psych ward [Screaming apple GER ]

Molto spesso ci sono delle produzioni discografiche che ci inducono a pensare al packaging ( Copertina, inserti, trucco e parrucco delle stars ) come ad un elemento influente tanto quanto il contenuto del disco stesso , o almeno è quello che il produttore degli Horrors mi ha detto ieri sera mentre leccava un calippo, ancora chiuso, ovviamente. Ci sono poi delle eccezioni, o meglio delle sleeve che sono tutt' uno con l' opera. Bhe, appena chiusi la conversazione con l' Horrorifico essere mi accorsi che stavo fissando la copertina degli Urges. Era strano, immaginatevi una sorta di invocazione visiva, mista a disperazione pura. Insomma guardavo la copertina di Psych-ward e neanche mi accorgevo che il piatto del giradischi si era azionato autonomamente e che della melma viola che puzzava di nero mi stava attanagliando l' anima. Dev' essere colpa di quella palla gialla in cui è ritratta la band, quella palla fluttua ipnotica in un mare segnistico viola immerso nel nero. Felice, mi ritrovai felice come un prete la domenica al secondo ascolto, al terzo avevo già l' Irlanda nel cuore,al quarto il poster di Jim Walters ( Cantante ) sul letto e la chitarra di Glen Flynn in una teca dorata, dotata di allarme anti scippo e anti-atomica. Ora, Ascoltate " You don't look so good" . Non trovate anche voi che ci sia qualcosa che non quadra? Insomma, come può una sola canzone racchiudere tutti gli istinti più malsani dell' intera epopea revival garage anni '80? Volete gli Outta Place? Volete i 15 enni Gravedigger V? Oppure i Lyres?.
Oppure volete un autentico miracolo di passione e dedizione verso gli istinti e la storia di un genere fantastico come il Garage-Punk, qui affogato nella psichedelia più oscura?
Il miracolo prende il nome di : The Urges.
Eiaculare solo dopo il quarto ascolto.

domenica 25 novembre 2007

Led Zeppelin / Mothership [ Rhino ]

Se vi volete male fate così:
Domani è lunedì, se non siete dei tossicomani ancora in trip da sabato, andate in edicola e comprate una di quelle riviste italiane che parlano di musica, non avrete difficoltà nel scovarne, iniziano tutte per R. Sezione ristampe, articolo Led Zeppelin. Ci siete? oh bhe, è già domani!? maledetti masochisti!. Sappiate che io non vado in giro per le città con un carretto carico di riviste Musicali Italiane da portare allo straccia testate, e non faccio picchetti a loro sfavore. Io le getto direttamente in un silos che ho posizionato in camera da letto, le macero. Perchè lo faccio? Semplice, adoro il profumo della carta straccia, e poi tutta quella concatenazione di parole che un tempo eran così immobili, ora sembran costituire un paesaggio Dadaista.
Un pratico esempio:

Frase 1:

" La domanda nasce spontanea: ma nel 2007 c' era davvero bisogno di un' ennesima, doppia compilation retrospettiva per celebrare la pur gloriosa, inimitabile carriera dei Led Zeppelin? "

Frase Dada 1:

" Led Zeppelin?, doppia La domanda compilation retrospettiva: ma nel 2007 c' era, inimitabile carriera dei davvero bisogno di un' ennesima, per celebrare la pur gloriosa,nasce spontanea. "

Le macerazioni più riuscite le regalo a parenti e amici durante le festività natalizie, fatelo anche voi, è tanto liberatorio.
Se invece vi volete un bene che va oltre al collezionare copertine di cimeli "Giornalistici" fate così:

Alzate la cornetta e chiamate il vostro nemico più acerrimo e ditegli che volete fare pace, anche se vi ha evirato il cane. Poi incontratevi, prima di recarvi sul posto passate dal vostro negozio di dischi ( tutti ne hanno uno anche voi ) e comprate " mothership " non importa quanto il negoziante vi faccia pagare l'albo. Prendetelo. Avete scelto un bar per l' incontro? bene, Parlate con l' ex nemico di società, di cultura e di Italia, fatelo con un biscotto in bocca e mothership in sottofondo, capirete che in questo posto immondo che prende il nome di " Italia ", non c'è più spazio per la rivalità spiccia non c'è più tempo per conflitti interni di semplice sorta. Siamo allo zero assoluto. Tornati a casa, brandite la ristampa come un ascia di luce, passatela sopra al vostro televisore mentre trasmette i dibattiti domenicali di casa mediaset, sottotitolo: Tutta l' opinione pubblica minuto per minuto e urlate, poi piangete.
Avete ancora voglia di parlare di marketing? Live performace su misura e commercio?.
Questo è " IL " rock e voi ve lo siete dimenticato.
Rimediate subito.

domenica 18 novembre 2007

The Shimmys / Drive you wild [ Off the hip ]

Diego, Miguel, Jean Paul, Antonio, Fernano, Pablo..etc etc, senza contare il loro favorito,Benicio. Ascoltare " Too Many Boys ... So Little Time " senza che un punto interrogativo gigante e rosa faccia breccia nel vostro cervello è praticamente impossibile. Del resto è ormai nota a tutti l'emancipazione raggiunta dal gentil sesso in questi anni, il fatto è che in questo caso tramuta in qualcosa di rosa, arrapato, e con la bava alla bocca. Non so a voi, ma queste tre svitate a me fanno un certo effetto invasivo, al quale riesco solamente ad associare il comportamento " free " di certe adolescenti facili. Quelle a cui basta un motore che romba, due gesti di sicurezza per sentirsi in dovere di raccontare con megafono e rinomata spacconaggine tutti i segreti più intimi del proprio " Tipo" in mondovisione. Le Shimmys sono così, ed aggiungeteci pure anche una certa furia primitiva. Femmine delle caverne. Drive you wild parte con l' intro " Shimmys intro ", immaginatevi tre selvaggie posizionate agli estremi di una caverna buia e rocciosa ma arredata con interni in pelle striata. Immaginatevi un ritornello che suona come una nenia di battaglia, esattamente come se ci fossero delle scimmie urlatrici intente ad attaccare. Infatti neanche a farlo apposta, la seguente " He's So Wigged Out " colpisce duro, chitarre distorte, disorientano l' intruso, voce punk cadenzata e attributi cubici rinforzati. Come se le prime Donnas avessero continuato la via punk subito dopo il ritorno da un viaggio di purificazione nelle paludi salmastre e lisergiche di Fuzzland.
Se vi va a genio la donna animale, Suzy Watsui (Voce e chitarra), Kitty Deluxe (basso) e Babs Dior (batteria) sono le tamarre garage che state cercando.

giovedì 15 novembre 2007

AA.VV / Antipodean screams Vol. 2 [ Off the hip ]

Razzolando nel cesto dei potenziali acquirenti rock, mi sono reso conto che certe verità andrebbero scritte da qualche parte, chessò magari in una sorta di manifesto comportamentale dello spendaccione rock, o qualcosa di simile. Mi spiego meglio, ci sono label come la Off the hip che andrebbero benedette, anzi come minimo andrebbero omaggiate con un centinaio di videocassette che riproducono in loop applausi finti. Guardate, basta aprirla la vostra copia di urli Australiano-Zelandesi e scorrere velocemente tra le righe esplicative per imbattersi nel monito di Mickster: " If you're in a band then get in touch to be included on third volume. I f you' re not in a band then write a fanzine, open a club, host a radio show or launch a record label 'cause the underground needs active partecipation from people with good taste like you obviously have!!! " . Lacrime agli occhi. Rockers, Antipodean screams significa aver preso con un retino grande come l' Australia e la Nuova Zelanda tutte le zecche garage punk in sella a canguri, topi, cani e felini di varia sorta. Ci sono i lascivi garager PERSIAN RUGS le donzelle SHIMMY'S che incrociano Debby Harry con i ramones, e poi ancora JOHNNY CASINO, THE DAMNED EVANGELIST che in " Damn you! " sfrecciano fiammeggianti verso una notte di eccessi. Poi ancora i pezzi da novanta STEMS ed i sorprendenti BOOBY TRAPS. Dai, infondo lo so, piacerà anche a voi affogare in una cascata di sudore selvaggio.

La tracklist:


1. St. Peters Infirmary by Persian Rugs

2. Dishwasher Blues by The Pink Fits

3. Highschool Honey by The Shimmys

4. Keep On Keepin' On by Johnny Casino and the Secrets

5. Ace of Spades by The Mysterious Tapeman

6. Get Au Go-Go by Dolly Rocker Movement

7. Dead Town by Los Hories

8. Can't Count by Straight Arrows

9. Cave Girl by Voodoo Savage & His Savages

10. Wannabee by The White Swallows

11. Sick of You by The Stoneage Hearts

12. Damn You! by The Damned Evangelist

13. Turkish Delight by The Unfuckable

14. Hang Up by The Molting Vultures

15. Going to the River by Wal Purgis and the Werewolves

16. Bury Your Problems by The Sailors

17. Out of the Window by Knife Fight

18. Paranoid Mind by Lords Of Gravity

19. Move Me '07 by The Stems

20. What a Guy Can't Do by The Booby Traps

21. Dog Tired by The Tash Mints

22. Discomfort by The Mess Makers

23. Choke by Grande Cobra

24. You've got the Answers by Mink Jaguar

25. I Want You by Digger and the Pussycats

26. Dirty Girl by The Frowning Clouds

27. Fist by The New Invincibles

28. Shitsville by The Bloody Souls

29. Bring me Down by Devil Dolls

30. Babysitter by The Homicides

31. Kids by The Ripping Dylans

32. Take me Away by The Elephant Gods

33. Surfin' UFO by The Beach Chromers

34. Gelatin Pyramids by Wrong Turn

35. Mr. Brown by Thee Pyscho Delmatics

36. Party at Boss Christs' House by Boss Christ

37. She's so Good by The Crusaders

mercoledì 14 novembre 2007

Graham day & the gaolers / Soundtrack to the daily grind [ Damaged Good ]

La Damage goods è inglese, Graham day è inglese e NME ( Inglese ) è il motivo per cui diversi giovincelli vestiti alla moda del momento; all stars, pantaloni " conici " ( Quelli talmente stretti sul fondo che ti minano le caviglie ) e taglio schizzato garage alla Horrors si avvicineranno per un momento alla storia, solo per un momento però, diciamo nel ritaglio di tempo che intercorre tra la visione di Doherty intento ad infilzarsi di eroina ed il pranzo delle dodici, proprio prima dei cartoni del pomeriggio. Fossi nella Damage Good, non sarei così fiero di mostrare le impressioni da thè delle cinque mosse da NME e riportate prontamente sulla pagina della band, anzi metterei questa recensione! Infondo non ho nulla da invidiare a certi damerini perennemente intenti a pucciare il biscotto ovunque si possa anche solo immaginare un futuro hype. Ma essendo la stessa etichetta inglese, non vado oltre. La storia dicevamo, si, basterebbe infatti sapere che il signor Graham fu il fondatore dei leggendari Prisoners per gettare il portafoglio oltre l' ostacolo e aggiungere qualche altro spicciolo alla voce mensile riguardante i " divertimenti " comprando l'opera in vinile a scatola chiusa. Ma non sarò nè io nè nessun operatore della Damage Good ad estorcerveli con la forza via telefono, dovete arrivarci da soli. Se volete vi posso dire che questo ceffo è stato anche con Prime Movers e Solar Flares oltre ad aver suonato le pelli nei The Mighty Caesars ed il basso dei The Buff Medways. Soundtrack to the daily grind è quello che ascolterebbe non stop Billy Childish ( o che ascolta ) se non fosse così intento a fare il matto in giro per il mondo. L' iniziale " Get off my track " è una corsa acida e dannata a petto nudo nelle praterie Albioniche. Un pò come la prima corsa che fai dopo esser stato un mese a letto con la febbre a 40° . " Disown me " stempera e diffonde nell 'aria per la prima volta un certo freakbeat legato con spago e riff cadenzati alla miglior tradizione garagistica, generando in pratica la foto a raggi x del disco, una Cornucòpia di intuizioni Psych/Garage inedite di questi tempi ( Vedi Part time dad ).
Avete di meglio da ascoltare?
Non credo.

martedì 6 novembre 2007

The Outta place / We' re outta place [ Midnight ]

Dal 1955, i Clash, un tizio vestito da indiano, i Black flag, il barista del bar dello sport sotto casa vostra, i Motorhead, Mio zio, un cane parlante e anche tutti i sette nani hanno provato a fare una cover di Louie Louie di Richard Berry, fallendo miseramente. Anche se il cane parlante stava quasi per convincermi, devo dire che solo gli Outta Place riuscirono nell' intento, e questo già basterebbe per svenarvi in giro per il mondo in cerca del vinile di " We' re Outta place ". Vedete, prima di scegliermi l' hobby della scrittura ero interessato seriamente alla chiaroveggenza, pensavo a slogan tipo: " Datemi una canzone e vi dirò il futuro della vostra band! " apparentemente stronzate, ma fino ad un certo punto. Certo, perchè da una canzone si può arrivare all 'anima della suddetta band, ed impegnadosi si riesce perfino ad evitare di passare dal retto. Insomma, se Louie Louie degli Outta Place non vi entra nelle ossa è perchè siete bruchi giganti dotati di un apparato uditivo molto sviluppato. Ascoltate il ritmo sconnesso e urticante che fluisce dall' ugola garage-punk di Mike Chandler ( Che scrisse addirittura pezzi per i Fuzztones ) scatenatevi in compagnia della chitarra acida di Jordan Tarlow ( Membro dei Fuzztones sul finire degli anni '80) poi ditemi se non ne valeva la pena di imbottrsi il lettore Mp3 con 30 giga di Outta Place. Sette canzoni per dire che ad arrivare per primi nella N.Y.C. garage psych punk scene anni '80, non furono nè Fuzztones nè i Vipers.
Fondamentali.

lunedì 29 ottobre 2007

Cynics / Here we are [ Get hip ]

Questa volta mi hanno rapito.
Mi hanno ficcato dentro una stanza buia, poi hanno usato delle cuffie giganti per somministrarmi suoni che stanno in bilico tra il garage più scialbamente fuzz che abbiate mai sentito, ed il fischiettare di una fisarmonica dal ritmo ovvio come la colpevolità della Franzoni ( Omicidio di Cogne, per chi non fosse di questo pianeta ). Infine, hanno acceso la luce. Ricordo solo che un saltimbanco mi chiese:
Ti è piaciuto quello che hai ascoltato? Sei fortunato sai, continuò il buffone, hai appena avuto l' opportunita di ascoltare cosa sarebbe stato Bob Dylan se un giorno si fosse scoperto Fuzz-man durante un programma di quelli in onda alla domenica, quelli per le famiglie. Cosa volete che vi dica, io mi ricordo che i Cynics di Rock' n ' roll sradicavano l' intonaco dai muri, e oggi li ritrovo maturati nel far sgocciolare lentamente essenze folk e acustiche all' interno di un composto fortemente garage. Godetene

domenica 28 ottobre 2007

Witchcraft / The Alchemist [ Rise Above / Self ]

Buona parte della nuova " cricca " giornalistica che affolla le pagine delle riviste più blasonate, sia in internet che nei cartacei, vi dirà di desistere, che il genere ha già detto tutto, che è solo un buon disco, nulla più . Voi, invece di pensare: " Bhe, se lo dicono loro che hanno esperienza, un motivo ci sarà " fate una cosa, interrogatevi. Richiamate a voi tutti i pensieri più belli, quelli da pelle d' oca e chiedetevi cosa rappresenti in realtà il rock oggi per voi, non per loro. Poi sballate ogni giorno con questo disco, correte sul filo rock e se la mente torna indietro nel tempo, sarà solo perchè vuole stringere la mano alla nuova era rock. Aimè sommersa da chili di Hype irritante e mainstream. Nel 2007 un' anima rock pura ha la possibilita e il dovere di scindersi dal gregge, come una congrega oscura vivere di notte e urlare la verità dentro al pozzo della mistificazione. I Witchcraft saranno i vostri nuovi idoli. Svedesi, Sinceri, duri e rock. Con i Pentagram nel cuore ed un suono vintage che da solo fa venire voglia di comprare ogni loro produzione in duplice copia. L' alchemista gode di un tiro Sabbattiano e di spiritualità espansa, umile qualità capace di donare ad ogni nota dell' opera la credibilità necessaria per entrare nel sogno. L' opener " Walk between the lines " è una passeggiata scrosciante a ritmo nostalgico, mentre le chitarre rilasciano riff cangianti nell' aria, l' eco plasma il tutto per le nuove generazioni. " Crimson was your color " aumenta il passo e richiama gli adepti, mani conserte in preghiera, dritti verso l' obbiettivo. La rinascita del rock, quella del signore, padrone dei nostri stimoli più oscuri. " Hey doctor " è un salmo da cantare con la foto di Ozzy in una mano e una candela nell' altra. Insomma, guardatevi dentro e confrontatevi con l' alchemista, le porte del paradiso rock si apriranno di conseguenza.

venerdì 26 ottobre 2007

The Hydromatics / Earth is shaking [ Suburban records ]

Io posseggo Powerglide, il precedente albo della band e me ne vanto.
Non sono nè mai sarò un feticista materialista attaccato ai dischi di difficile reperibilità, ma una mattina svegliandomi, mi accorsi che un pacco ai piedi del mio letto conteneva quasi tutto il catalogo dell' Italiana Freakshow records. Inizialmente esclamai: Yeaahh ! ma poi mi riaddormentai, ero in ferie. Ora, voi penserete che quel pacco mi fu spedito da un fantasma, visto che la Freakshow records era già defunta all' epoca, invece quel pacco suggellò un' amicizia che dura tutt' ora. Gli Hydromatics io li ho conosciuti così, apprezzando in primis chi, con notevoli sforzi volle prepotentemente per l' Italia questa produzione, anche se poi le cose non andarono propriamente bene. Oggi Scott Morgan detto anche l' uomo dei mille progetti ( Rationals , Sonics rendezvous band etc etc ) rimette in piedi l' idrovortice con una telefonata alla Suburban records e tanta grinta. Come nelle precedenti prove il suono della band viaggia attraverso un cavo elettrico che va da Detroit ad Amsterdam, scuotendo le fondamente al proprio passaggio. Apre le danze " Standin' at the juke ". Primo ascolto e salti giù dalla sedia, chiedendoti se in realtà gli Hellacopters invece di sciogliersi abbiano deciso di tornare sotto falso nome e riproporre il loro repertorio degli albori ma con più coscienza dei loro mezzi. " Streets of amsterdam " e " Funball" se possibile alzano la posta in gioco, puntando tutto sulla macchina più scassata e sferragliante, vincendo. Notevoli anche le cover , " All down in line " ( Stones ) e Baby jane ( Otis Clay ). Se ne capite qualcosa di rock, questo disco ce l' avete già in tasca.
Nulla da aggiungere, se non due parole: Comprare e ascoltare.

martedì 23 ottobre 2007

Baby woodrose / Chasing rainbows [ Bad afro ]

Una delle cose che preferisco quando ascolto rock ( oltre al riconoscimento ed alla libidinosa goduria auricolare ) si materializza con la rappresentazione degli stati d'animo. " E' una pustola lisergica " scrisse Slania, cliccando con vigore sulla propria tastiera, come se tutti quei piccoli quadratini fossero tanti acidi azionabili per contatto. E avrebbe avuto ragione, qualsiasi cosa avesse inteso . Spesso, mi capita anche di intendere la grandezza di un' opera dalla luce ingenua e cangiante che deborda dalle parole di chi la decanta, soprattutto se chi lo fa non è uno sprovveduto e ama con sincerità. Insomma Lei stava ascoltando i Dragontears di 2000 Micrograms from home ( Progetto Psichedelico di Lorenzo Woodrose ) e sparlava, anzi descriveva visioni simpatiche e giocose, ancor di più se paragonate ad un' attacco da parte di sanguisughe aliene. I Dragontears appunto, proprio loro, o meglio il progetto in sè ha cambiato le bombe a mano in fiori profumati nelle mani dei Woodrose. Io non credo in buona forma che questa virata " santonica " sia solo il frutto di un cambiamento di stile, o del raggiungimento del mantra, anzi, la decifro piuttosto come una di quelle migliorie che rendono eterni. Mentre fiori d'arcobaleno vestiti poggiano su di un manto nero piatto, l' opener " Someone to love " è servita. Guarnita di psichedelia garage pacifica, per giunta. Petali freschi e dorati dal riverbero solare sembrano, anche nella successiva " I'm gonna make you mine " voler coinvolgere, ammantare, concupire quante più menti possibili sotto il cielo del rock. Devo dire che questo tipo di gusto/godimento intenso non lo sentivo mio, dall' ultimo Embrooks, Yellow glass perspections, e che comunque la vogliate mettere la cosa appaga enormemente. Se poi vogliamo negare il fatto chei i sei minuti abbondanti di " In your mind " rapperesenato un vero Garage-mantra allora bhe.. ( Tra l' altro la traccia se assunta in stato di pace interiore consente la conoscenza mediante telepatia dei 13th floor elevators, senza che però ti autografino i dischi ). L' omonima "Chasing rainbows " aggiunge il pepe necesssario per stabilire quell' equilibrio alcalino proprio del capolavoro, e lancia verso l' oscurità dilatata e umida di " No more darkness " e " Dark twin ". C' è del godimento sottile e delicato nelle note dei nuovi Baby woodrose, è impastato con la cenere delle roccie scalfite dai vecchi fulmini. Godetene.

sabato 20 ottobre 2007

Crass / Stations of the Crass

Quando tanti anni fa entrai in possesso di best before , lo feci spontaneamente, senza una particolare conoscenza nè dei Crass nè di quello che avrebbe comportato quest' abbuffata di nero, un nero goliardico e strafottente. Ero solo un cucciolo punk nella grande Parigi, che ai mei occhi nichilisti risultava poco più di un ammasso multietnico rozzo e di cattivo gusto. Forse è anche per questo che scrissi all' ultimo piano della Tour Eiffel che non ne potevo più della loro merdosa città. Fù una sorta di abbraccio mistico con il nocciolo della questione, la questione che stavo cercando era rappresentata dal senso delle cose. Perlomeno i Crass mi strinsero a loro come una madre sincera e mai bugiarda, o forse fui proprio io che vidi nelle loro gesta qualcosa da amare. Di fronte; un mondo che volevo scorticare con le unghie delle mani e dei piedi, nel cuore; la rabbia dell' incoscienza adolescenziale, la più pura. Stations of the crass è il più grande disco punk di tutti i tempi. La sua forma non è usuale, nasce spontaneamente come una costruzione musical-dadaista, basata sul parlato e sullo sputato, ma trae vigore dal dolore, dall'orrore e dai crimini continui a cui la società ci sottopone ogni giorno, Stations of the crass rappresenta la stessa emozione che si prova nello sputare sullo schermo del vostro televisore al plasma durante il Tg di Emilio Fede. Una serie infinita di filastrocche disperatamente esposte a perdifiato, pronte a incanalarsi per comporre il bignami dell' irriverenza. E' il punk che si presenta. I Crass sono anarchici e pacifisti, vivono in una comune e non fanno prigionieri, neppure nei loro simili. La frase " Well the name is Crass, not Clash" tratta da: " White Punks On Hope " mette in chiaro le cose, e oltre a dichiarare il credo anarchico della band, rappresenta l' inno punk mai andato in classifica più rilevante di tutti i tempi. Nella strepitosa " Darling " i nostri si fanno beffe dell' intoccabile aura eroica, e di tutto il mondo che ruota attorno alla parola " Eroe" , ridacchiano frasi come " Hello hero, hero hello. Hello hero, Hello hello!!!" fanno dispetti mentre raccontano la cloaca mondiale. Dai forza, sradicate immediatamente dal vostro stereo, il comparto adibito ai cd, prendete quella copia ingiallita di Sandinista! ( tanto lo conoscete a memoria ) lanciatela dalla finestra e ficcateci Stations of the crass. Forse scoprirete di essere veramente punk.

domenica 14 ottobre 2007

Seminal rats - The Essential / Proton Energy Pills - Rocket to Tarrawanna.

"We run an independent record label called Bang! Records, operating out of the famous Basque Country. My aim has been to release THEE greatest and Thee most explosive rock'n'roll records onto the waiting world." Gorka.

Quelli della bang sono così, istintivi, umorali, proprio come piace a me. Ho deciso di aprire l' articolo con le parole di Gorka, perchè mi andava di rendergli merito, e poi perchè c'è poco da girarci attorno, questi spagnoli sono concreti, e vivono e mangiano rendendo merito all' arte dell' istinto, il vero rock. Oggi ammaliano la mia vista con due perle di vero umus Australiano, e se seguite da tempo il blog ( calcolate che non ho fatto ancora un anno) vi sarete resi conto del rapporto che posseggo con la terra dei canguri. Avete oggi l' opportunità, se non avete mai ascoltato un disco dei Radio birdman, di impiccarvi o di capire cosa significhi la parola " underground Australiano ", di sentire l' odore di quella terra, l' odore della selvaggina. I Seminal rats sono di Melbourne ma suonano come una band di Detroit, immaginate il godimento: Australian meet Iggy. I riferimenti di questa band storica sono quelli di genere per quanto riguarda l' Hi - Energy punk, ovvero Birdman e Stooges , infettati da mille altre seminali spore punk continentali. The essential Seminal Rats rappresenta una vera enciclopedia sonica formato deluxe, con tanto di confezione rigida e libretto esplicativo sulla loro carriera dal 1984 al 1991. Da avere in ogni famiglia rispettabile. Vi ricordate gli Hard-ons? ecco. ora prendete la presenza di quella band multietnica, spolverate il tutto con un ritmo alla non stop-girls ma rallentato da un incedere che flirta con il grunge, e avrete i Proton energy pills. Allacciati tanto ai Birdman quanto ai mudhoney, rappresentarono l' oscurità grunge nella terra del sole selvaggio, senza mai disdegnare nè l' impatto nè la sensibilità, di band come Husker-du e Dinosaur Jr. Messe a nuovo dai ragazzi della bang ( il disco in vinile della Waterfront Records, è ora digitalizzato e pronto per la divulgazione ) oggi rivedono la luce perle calibro di " Less than i spend " e " survival ". Se tenete al rock come ad un figlio, bhe ficcatevi in testa questi suoni di pura urgenza seminale incontaminata.

domenica 7 ottobre 2007

The Specimens / Jazz brutus

Le sfaccettature, i margini di miglioramento, le influenze ed il luogo d'appartenenza. Insomma l' a,b,c dei fattori da considerare per un recensore che sta edificando un mondo, sembrano in questo Jazz brutus ancora più marcati. Quasi fosse un opera da dare in pasto a tutti gli aspiranti recensori, ed il mondo ne è saturo. Opera di scrematura direi. Se calcoliamo poi il fatto non trascurabile che i particolari fanno la differenza, possiamo con assoluta certezza dire che senza certi sentori la differenza non la fai. Parlo dell' Australia, ovviamente. Si, è vero che il progetto The Specimens cresce in maniera esponenziale, e la qualità del composto fa lo stesso senza indugio alcuno, ma credete veramente che sarebbe stata la stessa cosa senza lo spirito selvaggio Australiano?. questa volta sono categorico, no. Delizia per palati fini e per ebeti senza speranza, il riconoscimento dell' Australian way of rock al primo ascolto , nobilita e gratifica. Specie, se come in questo caso nella mischia torbida il suono mantiene una certa rotta nordica riconducibile a loro, si loro, i Turbonegro. E' un lavoro di cesello e manualità artistica, è come un buon piatto di cucina ricercata. Con una portata centrale death punk, addolcita e impreziosita dai sentori della terra brulla. Le spezie Radio Birmania e saints trattano il composto in modo da condurlo verso una nuova portata originale. Poi, chi se l' spettava la cover di " walked in line " come ammazzacaffè ??

sabato 29 settembre 2007

Racconto di un concerto mai visto.

Negli ultimi anni oltre ad assodarne la mediocrità artistica, ho scoperto al contempo una voracità inedita nello spirito adolescenziale. Non che in passato la sbobba fosse diversa, solo meno variegata. Nella mia Cesena ad esempio, da sempre sono presenti due fascie che influenzano mode, comportamenti e mandano avanti l'industria del " Lo devi fare/avere altrimenti sei out ". Sono gli under 16 e gli under 30, e questo viene applicato a tutto quello che depone a favore di una possibile rivalsa personale nei confronti di chi non c'era o di chi non possiede, così all' infinito. Nel periodo dell' adolescenza a cavallo degli anni novanta, ricordo nitidamente che Kurt Cobain aveva ancora una faccia ed era stampata sopra ogni maglietta esposta nelle bancarelle del mercato rionale. Benchè impazzasse il grunge, a Cesena , la moda era il punk melodico. La mia città era invasa da una mania ( under 16) punk, pratica e visiva. Adatta a bimbi e a bimbe, uniforme e performante, personalizzabile. Un pò come comprarsi una barbie, vestirla di fuxia e verde fluo, aggiungere borchie e portarla ad ogni concerto dei Nofx. Obsoleto. Ricordo che vigeva anche una sorta di caporalato ( cornucòpia dell' adolescenza, ovvietà ) impersonato da elementi spesso poco più grandi, pronti ad inserire la leggenda all' interno di questa scena raccontata nelle pagine di rock sound. Questi facevano cinema, o meglio raccontavano la versione urbana di leggende molto simili ai racconti dell' orrore, decantati dagli scout al cospetto di un fuoco di montagna. Le leggende erano tante, ma quella che portò più scompiglio nella mia ridente cittadina, fù la storia di gruppo americano, i Gorilla biscuits. Associata alla pratica straight edge. La band americana, pilastro dell' old school hardcore era veramente qualcosa di onesto e sincero, e con la storia dello straight edge aveva abbindolato più coscienze della chiesa cristiana, fino a rendere la pratica stessa più importante della musica. Uno status superiore, che trasposto nella nostra visione sempliciotta e contadina, sembrava quasi una versione light di fascismo corporale. Bene, passarono gli anni, ne bastarono uno o due per far si che la normale lobotomia televisiva di routine, sponsorizzasse nuovi strumenti per la rivalsa, scremando da Cesena la grande massa di aggregati, e lasciando legati a questa realtà solo quelli che nel frattempo ci erano rimasti sotto, ovvero tutti gli straight che nel frattempo eran diventati anche vegani rischiando la vita, e tutti quelli che essendosi fatti un tatuaggio degli H2o, dovevano giustificare il fatto. Si sapeva gia da qualche mese, e senza intoppo alcuno, per la gioia di tutti gli hardcoriani, trapela la notizia che non solo i Gorilla si sarebbero riformati, ma che sarebbero giunti in romagna per un concerto al velvet di Rimini. Delirio. Improvvisamente, non so per quale diritto divino, gente che sta allo straight edge come la red-bull alla camomilla, si rigetta nella mischia per i loro vecchi beniamini, come un flashback imposto dai pochi neuroni rimasti che girano il loop. Ho saputo che c'erano proprio tutti, appassionati e non, per un rendez-vous finale, che scriverà la vecchia moda / periodo di un tempo nel libro d' oro delle mode cool della mia cittadina . Io non ci sono andato, Anche perchè diciamoci la verità, se possiedi un libro di Woody Allen non è così facile separarsene.

sabato 22 settembre 2007

Cheater slicks / Whiskey

L' ultima volta che ho sognato di intervistare Jon Spencer, ho finito per incluedere anche Cristina Martinez, vestita ma con una banana in bocca. Sapete come sono i sogni no? Ecco. Se ne stavano lì appoggiati al bancone del bar, lei con una banana in bocca, lui vestito da bounty killer. Bevevano e fischiettavano un motivetto da così tanto tempo che ho notato in un angolo, il barista esausto più volte tentare il suicidio con mentos e Coca cola. Hey Jon ! Faccio io, come se fossimo amici di vecchia data, il tuo motivetto ci ha uccisi, se vuoi la mia intervista smettila e sediamoci. Lui, siccome è il mio sogno, lo fa. E fa bene visto che l' ultimo rocker che ha dissubidito ad un mio ordine impartito durante un sogno, si è trasformato all' istante in Babar l' elefantino animato, protagonista di una serie in onda anni fa sulle reti Rai. Jon e Cri mi raccontano che da quando sono stati l' ultima volta a Boston, se ne sono tornati indietro con una band che ritenevano perfetta per aprire gli show dei Boss Hog, e che risultava impossibile non cantare una delle loro nenie al napalm mentre si tracanna birra. I Cheater slicks. In realtà i Cheater aprivano veramente gli show della band di Cristina e forse con un pò di fortuna anche il mio sogno possiede un fondo di verità. Il vero problema dei miei sogni però, è che influiscono anche sulla realtà, infatti subito dopo essermi svegliato ho messo sul piatto " Whiskey " e mi sono convinto di una cosa, e cioè che la In the red con loro ha inaugurato la stagione della " Cacofonia garage ". Nel loro primo lavoro gli Slicks, ragliano e deragliano in territori crampsiani mediante una pazzia indolente che non risparmia sfuriate improvvise e momenti di jam schiacciasassi " Thinkin' some more ". In " Possession " arrangiano l'attitudine Mudhoney di Superfuzz bigmuff con il fuoco della follia delirante, mentre " Indefinite inhibition ", sarebbe perfetta come colonna sonora di uno spot che reclamizza il manicomio statale. Forse, a pensarci meglio Jon e Cri canticchiavano proprio questa.

venerdì 21 settembre 2007

La teoria dell' accontentare, accontentandosi di non essere pienamente contenti: banalità in loop che addomesticano la bestia.

Avete mai parlato con vostro nonno di musica? Io si. Certo, posso dire di essere stato fortunato visto che Gino possedeva una sterminata collezione di dischi in vinile rigorosamente di musica lirica. Li puliva spesso credo, e aveva un metodo. Acqua e sapone, del resto il consiglio veniva direttamente dal fantomatico signor Garcia di New York, negoziante di vinile dal quale si recava spesso prima di tornare a casa in Romagna dal Venezuela. La cosa che mi ha sempre fatto sorridere di mio nonno , oltre al fatto che riusciva a bere una ceres in pochi secondi, era la sua simpatia pacata e nobile. Un perfetto incrocio tra il più signorile divo di Hollywood e un contadino romagnolo. Celava in ogni sillaba quella sicurezza tipica di chi ha girato il mondo e spesso parlava di musica in assoluto, come se avesse trovato la soluzione definitiva al concetto di bellezza applicato alla melodia. Adoravo quei racconti, mi sentivo come Harry Carney mentre tra un sorpasso e una sterzata sorrideva felice alle battute dell' amico Duke Ellington durante i viaggi che l' orchestra sosteneva. Ellinghton diceva spesso : “Esistono solo due generi di musica: quella bella e quella brutta” riassumendo in una frase estremamente perentoria e senza scappatoie, anche il Gino pensiero. Una visione liberatoria della disciplina musicale, che prende forma ancor meglio se vista sotto il profilo dolorante di una generazione a cavallo di due guerre, disturbata da un carico di dolore che ha spesso favorito nella popolazione comune il rilancio del " lieve " , del godibile per istinto. Questo in buona forma spingeva il loro concetto di bello, un bello sano, genuino come lo può essere un ruscello limpido di montagna dove rinfrescarsi la mattina. Qualche giorno fa sono stato informato della presenza di un nuovo " Format " proposto da Radio capital, Whatever. Il programma condotto da Luca de Gennaro, pone come manifesto proprio la frase di Ellinghton spiegandone la scelta cosi:

" Su questa massima nasce “Whatever”, programma serale di Radio Capital dedicato al primo dei due generi: la musica bella. Non importa se vecchia o nuova, rock o pop, lenta o veloce, italiana o internazionale. Noi suoniamo “Whatever”, basta che sia buono. A “Whatever” potrete ascoltare dai Genesis agli Editors, da Elvis Costello agli Shins, dai Fleetwood Mac agli Arcade Fire. E’ uno show radiofonico come quelli che si facevano una volta "

Ora, ovvia risulta la provocazione (?) o meglio, quello che dovrebbe saltarci alla mente con una premessa del genere, e sembrerebbe piacevole, intraprendente quasi genuino il richiamo. Ma poi mentre discuto su altri blog che trattano l'argomento come se per radio trasmettessero tutto il Woodstock minuto per minuto, mi accorgo lentamente, lentamente, lentamente che il mio stomaco borbotta. Sono conati. Sapete cosa c' è? Sapete cosa? Mi schiaccia la testa. Passi il programma, che ha un "target" e che come tutte le cose pre fabbricate ( è così che lo si voglia o no) possegga la peculiarità di essere un prodotto per l' utenza di Radio Capital, ma che non ci sia una e ribadisco una trasmissione radiofonica a livello nazionale che smuova e promuova il concetto di arte totale con annessi rumori cacofonici rantoli e slanci del cuore mi sembra castrante. Hey belli la guerra è finita da un pezzo, o avete voglia di fare anche voi massacri preventivi in bush-style per rendere concettualmente accettabile sta roba nel 2007??
La bella musica è bella sempre.
Non ci sono più le mezze stagioni.
Si stava meglio quando si stava peggio.
Amen.
Vado ad ascoltare i Pussy galore.

mercoledì 19 settembre 2007

Zico chain / Food

Ed infine ti rendi conto che sta succedendo. Il rock risponde. E' bellissimo quando è tutto genuino, questa volta poi sono solo l' ultimo intreccio di una catena di passaparola appassionato, e come tutti gli altri incastri sento forte il bisogno di seminar spore. Il mio amico Mario è uno di quelli che sa osare nelle scelte, sembra quasi che a volte voglia di proposito toccare con le parole i fili che sorreggono la mia estetica in campo musicale, lui mi vuole bene lo fa per smuovermi. Fatto sta che quando mi appassionò con il suo consiglio scritto io già pensavo all' ultima volta che mi tirò fuori per i capelli dal periodo più arido della mia esistenza scritta. Di solito lo fa citando Lester, sa che mi tocca nei sentimenti. " Guarda come trattava Jim Morrison era l' unico che avesse il coraggio di farlo ! " disse. Cosa significa? significa che ci vuole coraggio oggi nell' arte. Coraggio! ci vuole coraggio e io parlo soprattutto alle generazioni del " Love mainstream ". Ragazzi Quand'è l' ultima volta che avete scoperto un gruppo nuovo senza l' ausilio di un giornale o di un sito specializzato? Pensateci mentre vi parlo di Zico chain. Dai, ve lo dico subito " Food " è uno dei dischi presenti nella mia etichetta virtuale, in compagnia di artisti del calibro di Silver, Nick Olivieri e Towers of london. Ora chiudete gli occhi e pensate ad un trio Londinese, che spacca alla maniera dei Mudhoney ma con un piglio " street " decadente, che vede il punk scorrere nelle vene e lo smuove ballando al tempo di Nevermind, in vinile però. Pensatelo si, poi denudatevi, alzate il volume almeno a 30 e lasciate che "Pretty pictures" vi trapassi da parte a parte, poi pensate alla strada. Una volta vi avrei descritto una per uno le rimanenti traccie di un disco del genere, ma ora sono troppo impegnato a stringere fino a disnitegrare il telecomando del mio stereo, mentre faccio movimenti scomposti.
La morale? Semplice, Tirate fuori i vostri sporchi soldi per gli Zico chain!




domenica 16 settembre 2007

Big black - Atomizer

Ho pensato parecchio al problema, ed infine ho realizzato che la vostra è solo paura di rimanerci invischiati, senza poter uscirne. Oh bhe, è una paura più che comprensibile visto la mole di tagliole uditive seminate all' interno dell' opera, diciamo piuttosto che la proiezione di voi stessi post assiduo ascolto possa essere semplificata da un' immagine, ovvero quella di una volpe immobilizzata da 4 tagliole ( una per zampa ) a sua volta rinchiusa in una stretta gabbia ferruginosa ed arrugginita, senza contare che voi ( la volpe ) in quel preciso truce momento state ridendo di gusto. Follia da dolore. Spesso la stampa nostrana, per pubblicizzare la bontà di un lavoro, sottolinea a caratteri cubitali la presenza di Steve Albini in sala di produzione. Ve li immaginate questi imbellettati manager o chi per loro, nell' atto eiaculativo di dover annunciare Steve a monte di un' opera? Come dire: Briscola!. Certo, il signor Albini è senza ombra di dubbio un ottimo produttore, ma voi ricordereste Maradona per la coca o per le sue velleità calcistiche? Discorso chiuso. I Big black fannno sul serio, per intenderci è una serietà riconducibile a matrici di rock schietto come stooges o Captain Beefheart ma in tutt' altra direzione o forse meglio dire ad un piano sopraelevato. In Atomizer accade quello che non accade mai ( Anzi accade anche in Slow, deep and hard dei Type o negative che dio li benedica ) specie quando sei al cinema. Quanti di voi trascinati a forza dentro la sala hanno sperato che gli alieni sbucati dal suolo ci mangiassero tutti? Io fino all' ultimo. Parola d' ordine " Ossessivo " , il suono del Grande nero è crudo come certe hardcorepunk band nichiliste anni ottanta, pur mantenendo un sentore d' avanguardia industrial-primordiale che li catapulta dentro al cesto sporco in compagnia della top dieci degli schiamazzi della storia rock. E' iperrealista come in " Jordan, Minnesota " nel il suo testo esplicativo sulla Schizofrenia. Naviga sorretto da un vento dilaniante, prodotto a pieni polmoni da tutti gli assassini ed i maniaci più efferati della storia umana in " Passing complexion " e vive in ogni pulsione, in ogni nefandezza. " Kerosene " pezzo più riuscito dell'album, analizza la noia di vivere in un' esistenza vuota servendosi si chitarre d'acciao tagliente e rirmiche Hardcore. Atomizer finisce così per essere una cornucòpia di influenze per molti serial killer " musicali " che verranno.
Una delizia snervante.

domenica 2 settembre 2007

The Chesterfield kings / Psychedelic sunrise

Anche se continuo senza sosta la mia battaglia personale nei confronti di chiunque possegga " Here are the Chesterfield Kings " senza provare il desiderio di cedermelo ad una cifra abbordabile, oggi saluto ( per un breve periodo ) fiere del vinile e affaristi bastardi. Ne risentiranno positivamente le mie finanze e le mie vene che non dovranno essere recise. Lo faccio perchè i Chesterfield nel frattempo hanno ben pensato di farmi un regalo, un premio per la mia tenacia. Un' alba Psichedelica. Se Greg Prevost volesse finalmente accettare la mia proposta di apparirmi in sogno a costo zero, lo intervisterei, senza domande idiote su questo nuovo capitolo però, tanto lo sapevamo già che nel cuore tratteneva a stento un arcobaleno Rock'n'roll puro. Uno studio privato, l' uso esclusivo di strumenti vintage, ed ecco pronti 12 preziosi manufatti nei quali convergono e convivono armoniosamente molte delle influenze portanti della band, assegnando al rock della tradizione i gradi di capitano, collante e fondamenta di una struttura " ovviamente " garage. Su tutto, psychedelic sunrise stupisce per la semplicità di fusione degli stili. Ebbene, se " elevator ride " si presenta come una psichedelia garage dal ritornello solare, la successiva " Up and down " incede punk e ammiccante alla maniera delle bambole di New York. E poi ancora, influenze Stones ( Stayed too long ) Yardbirds, Pretty things e Nuggetts sound. Questo è quanto. Questo è quello che dovrete assimilare nelle prossime settimane e mesi. Perchè capire dai piccoli particolari come sia stato costruito questo disco non è solo un piacere, ma un dovere.

venerdì 3 agosto 2007

Beasts of bourbon / Little animals

Lo sapete meglio di me, se siete dei veri rocker cosa significhi la parola Pub, e non parlo solo della birra che vi trangugiate maledette idrovore. Oggi mi sono svegliato con in testa una sveglia e la voglia di legarmi ai miei simili, volevo andare in un pub, ascoltare rock e bermi una birra, parlare con qualche sconosciuto magari, ma erano le 8 di mattina e mi sono limitato a volare con la fantasia. Dicono che nei pub Australiani più che in qualsiasi altro posto si possa respirare quel sentore selvaggio, adiacente alla tradizione di un rock animale. Credo sia vero, del resto band come Beasts of bourbon sono le prove viventi della dipendenza del pubblico Australiano ad una pub rock scene sempre fiorente, serra calorosa per la crescita e conservazione di uno spirito, rock ovviamente. Forse sono considerati persino dagli interpreti stessi un side project perenne, ma proprio per questo capisco l' imporatnza dei Bourbon oggi. D' accordo Tex Perkins è stato ed è un riferimento per la scena Australiana ma anche lui ha viaggiato per un mare crudele e sa quanto, almeno nella terra dei canguri sia importante il calore del piccolo pubblico, prima del riconoscimento delle grandi folle, che comunque merita e non ha mai avuto.Parola chiave, Intimo dolore. Little animals nasce quindi dal desiderio di rivivere quella passione che aleggia nel richiamo nero del rock, bisogno fisico di tuffarsi in un mare abrasivo e ipnotico quanto infinito ed oscuro. Swamp-rock compatto e coeso, fiero e blues come certi desolanti racconti di quella terra, sente il veleno nelle proprie vene e lo espelle con sferzate punk di rara acidità. " I don' t care about nothing anymore " è verbo punk innestato nei riff " I told you so " rallenta ed ipnotizza mentre " Little animals " è desolazione nera.
Forse siamo giunti all' apice di questo 2007, Vi ricordate Radio Birdman l'anno scorso? ecco..
A new day of the dead.

domenica 29 luglio 2007

Defectors - Bruised and satisfied [Bad afro]

Diciamolo subito, Bruised and satisfied è il disco della svolta, quella verso il cimitero. L'album in cui la psichedelia di Baby gimmie love incontra Dracula, The Wolfmen e Rudi Protrudi, nella stessa grotta maleodorante. Fin dall' accoglienza riservataci da "Welcome all sinners" ci si rende conto che qualcosa ha virato verso il nero pece di un inferno woodoo Fuzztoniano più truce. Il quarto lavoro dei Danesi è un vero tuffo nelle atmosfere horror, nel b-movie, nella disperazione della preda rincorsa da qualcosa di sconosciuto e maligno. Ascoltate come in "Creepy Crawl" , Mort Harder (Voce) tocchi il suo picco vocale urlando come un messia nero impazzito. Amatelo, veneratelo, aderite alla sua religione. Ballate con i Ghouls ( "Dancing Ghouls" ) al chiaro di luna invocando l'occulto. Correte per la foresta come un vampiro impazzito ( "I want blood") dal desiderio di plasma, fresco, magari di qualche povero cristo, e sarete liberi. Shamani demoniaci.

domenica 15 luglio 2007

Brother brick / Stranded in the nineties

Forse bisognerebbe iniziare a discutere delle dinamiche che portano una band allo status di leggenda, e credo l' opera svolta dalla Off the hip con questo " Stranded in the nineties " sia un buon punto di partenza. Brother brick, cioè Australia, ovvero una band che sul finire degli anni novanta appassionò tanti cuori in cerca di Detroit Hi-energy rock'n'roll e lo fece puntando sulla qualità. Negli anni la band ha arruolato personaggi già protagonisti in formazioni quali: Asteroid B-612, Tumbleweed, Celibate rifles, The new christs, eccovi spiegata la leggenda. Qui dentro non trovate altro che tutto il materiale prodotto dalla band in studio a partire da quel capolavoro che risponde al nome di " A portable altamont " per giungere a demo, "7 e cover, tutto in un doppio Cd dal corposo booklet di 16 pagine che ne illustrano la furia.
Indispensabile.

sabato 14 luglio 2007

Thunder express / Republic disgrace

Esiste un posto che da anni trasforma i sogni in realtà ( musicale ), è freddo e se vogliamo inospitale, ma dentro gli edifici ed i locali di quella nazione cresce incontaminato il sentimento rock. Svezia, generale gentile e infallibile, guida inossidabile, madre gelida di grandissimi musicisti come Robert Dahlquist. Per chi fino ad oggi fosse vissuto sulla luna e si fosse perso gli immensi Hellacopters informo che Robert ne è il chitarrista, qui pronto a dimostrare nuovamente la sua capacità compositiva. Certo un disco come Repubblic disgrace non si compone se non possiedi anche un cantante all' altezza, ma il buon Robert da vero artigiano rock,non lascia nulla al caso, assolda Robert Pehrsson ed il gioco è fatto. Sembrerebbe facile raccontato così, in effetti per musicisti di questo calibro lo è. Ora fantasticate un pò sulla parola " vecchio stile " sentirete l' odore nelle narici, quell' odore di periferia e poi ancora udirete chitarre e armoniche euforiche, Humble pie e Small faces danzano a braccetto facendo cerchio attorno ad un fuoco di montagna.
Uno dei dischi dell' anno.


The Hangmen / In the city EP

Se amo ancora il rock è anche grazie al fatto che realtà genuine e oscure come la Acetate Records resistono e sfornano linfa vitale e velenosa. Los Angeles, il sole non tramonta mai in California tanto che i nostri lo colorano di nero, dannandone i raggi benefici. Nero, colore primario per gli Hangmen, giubbotti di pelle e atteggiamento lascivo, riportano alla mente quell' attitudine che rappresentò contemporaneamente l' oscurità del punk più sentito ed il fascino di un rock viscerale. Sette le canzoni di questo Ep prodotto da Mike Ness dei Social Distortion, sette vie spericolate da seguire per Brian Small e soci senza disdegnare tragitti tortuosi e nostalgici.
Il rock per come lo vedono i miei occhi risiede nell' estetica e nelle chitarre di queste band.


venerdì 6 luglio 2007

The Elderberries / Nothing ventured nothing gained

Qualche giorno fa vi ho parlato di Velvet revolver, Statunitensi, dai componenti illustri e dal suono " americano ", ricordate? Bene, oggi si viaggia verso il continente dei canguri, quasi per riconoscenza o forse seguendo l' odore della bestia a caccia di selvaggina fresca. Australia, lande desolate dove il suono deflagra nell' aria, natura selvaggia e chitarre roventi..Sono certo che se un neofita della band leggesse le prime righe di questo scritto ascoltando contemporaneamente " Nothing ventured nothing gained " si ritroverebbe totalmente coinvolto, cadendo in un burlesco tranello. Francia, più precisamente Clermont-Ferrand, Auvergne è questa invece la provenienza del progetto Elderberries. A quanto pare anche il " sud " del vecchio continente ha deciso di caricare i cannoni ed unirsi alle brigate nordiche nella battaglia per lo scettro di King of rock, per la precisione questa " fazione " francese possiede nel proprio arsenale il fuoco delle vecchie glorie dell' hard rock tutto, AC/DC in testa , unito ad un pizzico di Buzzcocks attitude. Vicini a band del calibro di Datsuns, aderenti ad un concetto hard incontaminato.


lunedì 2 luglio 2007

Los Fuocos - Revolution [Go down records]

Con tutta la fuffa indie-rock che siamo costretti a sorbirci, con tutte quelle storie sull' evoluzione del rock che non portano da nessuna parte, è bello constatare l'esistenza di giovani che come me amano le sonorità della Detroit che fu, fantastico constatare che iniziano ad essere un vero esercito nostrano. I Los Fuocos , per esempio, vengono da Lodi e non inventano proprio niente (Grazie al cielo), piuttosto danno la loro versione dei fatti sul tema hard in salsa Hellacoptersiana, e lo fanno con buona personalità, mantenendo la tensione alta per tutti gli undici episodi, benedetti dall' alto dalla buona stella dei Grand Funk Railroad. Sfoggiano una cover dei Beatles "Day tripper" e Lu Silver degli Small Jackets (Altra grandissima band di casa Go down) nella traccia di chiusura "The rock empire".
Supportare.

sabato 30 giugno 2007

Lucifer star machine - Fire in your hole [Noisemaker]

Dio benedica le label indipendenti, ogni tanto va detto. In questo caso tanto di cappello ai tedeschi della Noisemarker, misconosciuta label che produce debutti come Fire in your hole, lo amate già dal titolo vero? Lo sapevo. Apparte moniker, copertina e via discorrendo, questi Lucifer Star Machine posseggono tutti crismi per far(ci)mi andare giù di testa. Le Chitarre abrasive e i richiami di strada, quelli punk e hardcore, si intrecciano a certe ritmiche dei maestri Motorhead e al rock'n'roll scandinavo, "Disco Hard-on" ( Disco Erezione ) ne è la prova con i suoi vocalizzi Biff Mlibuiani ( Gluecifer ) . Un hard-punk che si fa anthem in "Rock'n'roll ghost train" , non lascia scampo in "Six great way to die" e nella piu melodica "Return of voodoo". Se le voci sono giuste il secondo albo sarà prodotto da Nicotine records, un bel salto di qualità non trovate? Fire in your hole è una bomba, alzate il livello di testosterone, ora!

giovedì 28 giugno 2007

Turbonegro - Retox [Scandinavian leather recordings]

Retox è un disco del 2007, il miglior lavoro punk del 2007, ma non solo. Ne parlo solo ora per pigrizia e perchè forse era il caso di farlo interagire con la mia personalità per più tempo, questa è la scusa ufficiale.

Il mio scritto preferito di Lester bangs è da sempre: " Tutti alla ricerca delle radici ( Le radici del punk ) " perche? semplice perchè mi sento chiamato in causa. La forza di Lester era anche questa, quella di colpire a morte il nocciolo della questione. Leggetelo tutti per capire da dove derivi quello strano atteggiamento che da sempre è stato rinchiuso nelle parole punk attitude. Dico questo, perchè dopo Bangs non potevano essere altri che i Turbonegro nel 2007 a spiegarci per filo e per segno cosa sia il rock, o quello che sguazza nel nostro basso ventre quando entriamo in contatto con le sue spire.

Lo fanno con What is rock? ultima traccia dell' album che vi ripropongo qui sotto, leggetela perchè è molto più di una spiegazione alle intenzioni

What is rock?
Rock is the area between the balls and the anus of a dog or of a man

What is rock?
Rock is the possibility of choking on your own vomit in the back of a rapist van

What is rock?
denim clad satanists making love in the sewers of Burmingham during Maggie Thatchers prime

What is Rock?
Rock is meeting the grim reaper in a sports arena stampede at the tender age of nine

We keep on trucking, why oh why?
Spreading like cancer my oh my

What is rock?
Backwards messages to boys and girls, to bring machines guns to the schools

What is rock?
No im not talking about a canadian producer and 5th Metallica Bob Rock you fool

What is rock?
Oh ACDC, Cleveland, Ohio, Well basically its harder and heaver and slightly more blues based than pop.

What is rock?
Historians keep nagging about Funhouse but me? i think Kill City's where its at.

After decades of indie and house
6 cats from oslo killed the mouse

We saved rock'n roll, all on our own, and forced the toll on rock and roll!
We saved rock'n roll, with our bare hands, we saved that god damned rock'n roll.. So skull!

But it aint for free, we gotta group that are our employees, they need to be catered, got their own nice bus
they got worthy lives thanks to us

And this wait at the airport to pick up my bags
feelin' so tired, i could lay down and die
runes walkin on stage and plays the wrong chord
roadies laughin so hard they're wiping their eyes
many of them skilled musicians, multiracial and tatooed
but we're the main attraction goddammit those guys ain't got a clue

After the show sometime on friday nights, together in the talkback lounge
pat each others shoulders try to groove on a feeling, digging the old school sounds
We ride and ride into the night and the temperatures getting hot
but somehow the chemistry's aint that right coz we're doin' blow, and they smoke pot!

We saved rock'n roll, all on our own, and forced the toll on rock'n roll
We saved rock'n roll, with our bare hands, we saved that goddamned rock'n roll

Where do we go from here, what can we do?
we can go left, we can go right?
or you can go down on me
what are we doin here? whats important in life?
my generation? my wife? wow what is rock? I don't care!
Wheres the cash, Wheres the cash?
The money The money the moneymoneymoney
The money the money the moneymoneymoney x 14

Non credo sia il caso di aggiungere altro se non il fatto che ora possiedo la perfetta concezione del fatto che i TRBNGR siano a tutti gli effetti il più grande e completo gruppo punk della storia della musica tutta. Quindi che importa descrivervi tonalità o sottolineare passaggi, ascoltatelo e traetene perversione e liberazione.

Bukkake from the sky.

domenica 6 maggio 2007

The Sirens / More is more

Saturazione ed ignoranza, il rock oggi sovente si muove attraverso queste due linee guida. Parlo di ignoranza riferendomi ovviamente alla " scarsa conoscenza " ma qualche volta anche alla poca intelligenza dei rappresentanti contemporanei, un bel sermone di proporzioni contenute direte, ma non è cosi. Parlo di saturazione per raccontare come il rock, non sia in realtà morto ma in un processo di malgama antecedente la costituzione di nuovi orizzonti, nuove forme, potremmo definirlo Pangea-rock made in 2000. Quindi se agli albori del decennio nasce una formazione rigorosamente femminile, dedita esclusivamente a cover di ciò che solo un testosterometro riconoscerebbe con segnali fragorosi come pure genuine rock, cosa c'è di sbagliato? Forse la vera domada è: Servirà a qualcosa tutta questa lezione di cattive maniere rock?. 2007, Via due donne e dentro due maschioni, la chiave glam rimane immutata, mentre il nuovo More is more assume per la seconda volta, le sembianze di un occhialuto professorino con il dito puntato verso la svogliatezza della scolaresca, vera spocchia di chi fa presa sulla impalpabilità odierna. Manifestazioni del passato assumono ectoplasmiche pose, spesso severe durante la lezione. Eccolo l'urlo, The Sweet salgono in cattedra impossessandosi delle sirene in Hellraiser, Inghilterra hard rock anni '70, schiaffo mattutino. 1-2-3-4 Rock'n'roll! svenimento, risveglio, nuovamente possedute! scorribande motorizzate e magliette dei Motley crue, sotto un delirio teppista in salsa Girlschool. Attenzione focalizzata sull' apparato uditivo, recepito il messaggio, la lezione può continuare a briglie sciolte, attraversando sentimenti e lacerando i muri dell' aula con evocazioni improvvise tra cui: MC5 ( High school ) Slade ( Rock'n'roll preacher ) Rock'n'roll suicide ( Bowie ) concludendo in bellezza con una traccia non menzionata in scaletta, la bellissima" Talk dirty to me " presente nell' album di debutto dei Poison. Domani i ragazzi torneranno, puntuali, chi vestito di pelle e borchiato, chi con segnali glamour in viso, segno di un' esperienza educativa.


domenica 8 aprile 2007

Dee Rangers / Blue Swedes

Boom! Boom! Boom!.
No, tranquilli niente a che vedere con terremoti, bombardamenti e smottamenti vari, ma se di notte mettete un orecchio a nord, sentirete l'eco, quello dei vichinghi rock. Il nord europa è ancora, immancabilmente, inesauribilmente la via da seguire, il beat, lo stomp del padrone che chiede attenzione. Per capire come l'attenzione sia stata ripagata, basti pensare al contagio, quello avvenuto giù per l' Europa, quello promosso dalla tedesca Screaming apple che li produce per poi correre via, verso Gijon! Destinazione Spagna, dove registrare la colata Garage-Beat stando sempre attenti a non perdere per strada quello scassatissimo organo che tanto ci fa eiaculare. Conosciuti nell' ambiente come " The Titan of European beatdom " il quintetto Anglo/Svedese questa volta emette dodici pezzi di pura Kinks/Small Faces sorgente, orchestrati con piglio Lyres e risoluzione Thanes, tanto che qualche splendente passaggio riesuma i fasti di un On fyre riadattato e accarezzato da brezza beat. Vi do un consiglio, appena svegli, magari se in una mattinata primaverile osservate intensamente la copertina del disco, di quel blu marine vacanziero e fatela interagire con " is not right " . quanto ci mettete? non siete ancora partiti per qualche lido felice?


lunedì 26 marzo 2007

Dollhouse / Royal rendez-vous

Sapete? Vorrei farvi un disegno al posto della recensione ma non sono in grado.
Bhe, comunque avrebbe come soggetto una grande diga scricchiolante, sovrastante un immenso borgo luccicante e felice. Nella mia riproduzione la diga sta per cedere travolgendo tutto, anche la cultura. Tralasciando i miei deliri artistici, Royal rendez-vous in buona sostanza è proprio questo, una cascata di riff,energia,scintille, di rock insomma! ricordate? Forse no.
Prodotto da Nick Royale degli Hellacopters, l'opera emana quel sentore dei tempi che furono ( volete chiamarlo vintage? io no! ) in grado di mobilitare la mia mente in stato di sommossa. Non curante del fatto che ogni recensore del globo ha già ben in testa al primo ascolto dove conficcare la parola " revival " in senso dispregiativo nella sua dettagliatissima recensione, io da perfetto villano desidero in questo caso invece dirvi: " Revival? Revival? Hey, ma questo è un manufatto rock! Come dovrebbe suonare??!! Dove sta il problema? " più altre noiosaggini sulla matrice del rock che neanche le mie dita hanno voglia di scrivere. Sinceramente, ve ne frega qualcosa preconcettualmente parlando, se si tratta di una sorgente rock di inizio settanta, fine sessanta? MC5? Oppure anche Led zeppelin? Stooges? Anche loro nel calderone. Quello che voglio dire è che questo è il sound, si chiama rock dall' alba dei tempi fino ad oggi. Lo riconosce qualsiasi innamorato, ed è l'unica via del godimento in mio possesso.
Come dice un amico: è sangue...puro sangue.


venerdì 23 marzo 2007

The Rippers / Tales full of black soot

Appena il vostro voglioso polpastrello commetterà il grave errore di non indugiare al cospetto dell' invitante pulsante contraddistinto dalla dicitura " play " ( parlo a nome dei vostri neuroni, tutto ciò vi impedirà la stabilità metale che da anni cercate), la chitarra più ossesiva della penisola vi accoglierà, seguita da uno sguaiato YEAH!!. Siete dentro . Edificare possibili hit single in voga in tutti gli istituti di igiene mentale dello stivale, credo sia l'obbiettivo finale di questi Rippers. Da Cagliari con furore, questi ragazzi rappresentano uno dei grandi punti interrogativi che ronzano nel mio cervello. Mi spiego meglio, The rippers è un marchio di cristallino garage/punk malato che gira in Europa da svariato tempo ( la prova di ciò che dico si manifesta persino nella label tedesca che li produce, la screaming apple records ) . Ora, perchè in casa nostra non c'è una copia di Tales full of black soot? Semplice! Ci sono gli Horrors!. Tralasciando la mania autolesionistica dell' ascoltatore medio italiano, forse sarebbe meglio se vi dicessi cosa significa The Rippers, ovvero: Sudore, psycho, urgenza e classe ma soprattutto genuinità, cosa che il cotonato quintetto si scorda. Per una volta dopo che Zola butto giù i britannici a wembley, lasciatemi urlare YEAH! Convinto come non mai che questa rappresenti l'ennesima manifestazione di come sovente possiamo guardare dall' alto in basso le band britanniche.
Basta solo credere nei nostri ragazzi.


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