Quante volte avete sentito la frase, dal vostro compagno di ascolti preferito, negoziante di fiducia, o dal vostro recensore preferito (Ogni drogato di musica rock che si rispetti ha sia una rivista di riferimento, che uno/due recensori preferiti nella suddetta rivista, quelli che ti farebbero comprare anche un gruppo garage Turcomanno ) : "Questa è la band più sottovalutata di tutti i tempi!". Cazzate.
Cazzate, perchè la band più sottovalutata di tutti i tempi sono i Wildhearts. Rimangono disponibili gli altri posti del podio.
Qualcuno li definisce un perfetto mix tra le melodie Beatlesiane ed i Metallica anni ottanta, può essere, ma è drammaticamente incompleta come disamina. Perchè vanno fatti i conti con Ginger (Leader ed ex Quireboys) pazzoide incallito tossico-punk-rocker con i Dogs d'amour (Con i quali han diviso tutto, componenti, ma anche bagordi, femmine, e forse anche l'herpes ) e con il loro modo di infilare melodie trasversali e dementi ovunque come nella folgorante " My baby is a headfuck", che a quante la dedicherei lo so solo io, ma evidentemente anche loro.
Earth Vs The Wildhearts è una bomba. Sono i Cheap trick che incontrano i Ramones che salutano gli Ac/Dc con le dita nel naso come uno degli Hard-ons (Il riferimento alla band Australiana è puramente concettuale, serve giusto per farvi capire il livello di cazzonaggine). Il disco ruota tutto su quel singolone deflagrante che risponde al nome di "Caffeine bomb" , anfetaminica giostra hard impazzita, presente in principio solo come singolo, ma repentinamente accorpato al lavoro, come una gemma di quelle da un milione di dollari.
La Lemon Records dal canto suo ci regala un doppio cd colmo di bonus track, nel tentativo di provocare quel colpo di reni alla popolarità della band, che puntuale non arriverà neanche questa volta.
Greetings From Shitsville.
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