domenica 1 marzo 2009

ZEKE - Death alley [Aces & eights]

C'è un motociclista di Seattle, la città del grunge, che ama sfidare le curve con ghigno sadico, sfreccia tra le camicie di flanella e gli sguardi rassegnati dei grunger sotto valium, urlando a perdifiato, assetato di velocità e di emozioni forti. Blind Marky Flechtone è un bikers. Il suo sogno, oltre a quello di calcare con la sua enduro tutti gli sterrati della terra, è sempre stato quello di mettere su una band per donarle il suono di una quattro cilindri. Marky è cantante e chitarrista, è lui il decerebrato dietro al progetto Zeke. Diciamo subito che Death alley, l'albo in questione, non rappresenta solamente la quinta volta che si rinchiude, in compagnia dei suoi compari, in uno studio di registrazione nel tentativo di comprimere furia selvaggia in traccie audio, ma bensì l'unica volta che riuscirono a farcela stare tutta, vomitando fuori ogni singolo istinto incendiario per poi riempirlo di calci per imprigionarlo su disco. Su Death alley sembra di sentire i cugini bastardi dei Dwarves di Nick Olivieri, caricati a gasolio e Motorhead. Ascoltate "Crossroads" " Live wire" "Evil dead" e "Jack Torrance" per scoprire di essere al cospetto di un concentrato motociclistico, proposto a getto continuo, di hardcore e funambolismi da gustare alla goccia. Potrebbe bastare ampiamente per appagare palati forti, ma sappiate che il vicolo della morte non è solo questo. Possiede anche gemme stoner grasse e cariche di blues come "Evil woman" e " Road ahead" a completare degnamente il lavoro della carriera.

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