Vedere quel cadavere, sentirne il fetore, è sempre stato molto confortante, almeno per me. Potrete quindi immaginare il mio rammarico all’ avvenuta putrefazione degli organi in anno 2008. Era chiaro fin dai primi vagiti del nuovo millennio, che la verve somministrata dagli artisti piu genuini non poteva, per quantità, sopperire ai fabisogni di un corpo in decomposizione, ma bastava per conservarne un ricordo onorevole. Abbrustolito dal tubo catodico, perennemente sintonizzato su x-factor, del rock rimasero un cumulo di ossa. Questo in sintesi il succo del discorso affrontato proprio ieri sera con un caro amico, presi entrami da una seria patologia del distacco. “ Secondo te chi è il parrucchiere di Morgan ? “ domandai per stemperare la rassegnazione, senza ricevere risposta. “ Jim Jones!! Diavolo di un diavolo, lo pettina con la voce! “ mi autorisposi, suscitando ilarità, ma non solo, forse anche un pizzico di speranza. Infatti per chi non lo sapesse c’è un tizio, uscito quest’anno che si presenta esattamente come “Il messia rock’n’roll” possedendone tutti i crismi, e non accadeva da quando Lux si mise a svolazzare come un umano volate. Immaginate Jerry Lee Lewis, si quello di great ball of fire, caricato a plutonio bombardare la nostra sfiducia, saltellando e roteando contemporaneamente, come se fosse sui carboni ardenti. In realtà la Jim Jones Revue non è altro che la nuova creatura dello stesso tipo conosciuto per la propria militanza in band come Thee Hypnotics e Black Moses, non un pazzo qualsiasi, uno che i gradi di “svitato” se li è guadagnati sul campo. Tanta carica bluesman anni cinquanta ma anche tantissimi Sonics dentro il debutto di questo figuro, che risolleva da solo l’orgoglio rocker generando nuovamente baldanza fra i suoi adepti. Credo di aver visto anche un cumulo di ossa ballare, ma non sono sicuro fossero le spoglie del rock, forse era soltando un povero cristo scomparso negli anni cinquanta in adorazione.
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