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Il 2 - 3 - 4 di Novembre a New York si è svolto l' unico festival a cui valga la pena assistere di questi tempi. Personalemnte quest' anno non l'avrei neanche chiamato
Cavestomp , al massimo
" la rinascita dei vecchi lisergici " oppure
" A volte ritornano" , insomma tante celebrities garage tutte in una volta non si vedevano da tempo immemore. In particolare, il terzo giorno quel palco è stato calcato da
Lyres, Sonics ( In ottima forma si dice ) e appunto
Fleshtones . Apparte qualche miagolio lancinante emesso da un fan ubriaco e triste per l' omissione di
" American beat " nella scaletta dei nostri, una cosa mi è sembrata da subito evidente ascoltando e leggendo i racconti di chi era presente, i Fleshtones sono qualcosa di inossidabile. Ancor di più se si pensa che non contenti nel prodigarsi in live performace adrenaliniche, i Flesh hanno dato vita al diciannovesimo figlio,
" Take a good look ". E funziona! Il nuovo albo non si scosta di una virgola dalla tradizione vincente che contraddistingue la band di Zaremba . Melodico, sporco e raffinato, in diversi punti il disco da l' impressione di essere qualcosa di più di un lavoro a fuoco, ricercando negli schemi compositivi di classici come
" Roman gods " , nuova linfa per alimentare il sogno.
" Back to school " è l' american beat del nuovo millennio, mentre
" Shiny hiney " e
" Jet set Fleshtones " hanno tutte le carte in regola per essere le riempipista nel party rock dei vostri sogni. Dai non fate i timidi, anche se la prolificità dei Fleshtones è nota a tutti, è anche vero che qualche mese senza di loro risulta eccessivo.
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