domenica 27 gennaio 2008

White hills / Heads on fire [ Rocket recordings ]

Risuona in lontananza come un tuono in un mare nero senza porti, il segnale dell' imbarcazione in arrivo, poi passi noncuranti su di una scala arrugginita e bagnata, spari, morte, mentre un telefono squilla. Inutile, il tempo si è fermato. Come se una pellicola dal titolo: " Solo nell' oceano, muori in silenzio " fosse proiettata ora, al sadico rallentatore, con l'unico scopo di sottolineare la morte ed i corpi straziati, mentre danzano a pelo d' acqua avvolti da una nebbia fitta e tossica. Solo un' umana voce suggerisce in eco " Don't be afraid " " Non essere impaurito " ma capirete anche voi, che anche il più coraggioso dei marinai a questo punto, avrebbe il cuore in gola. Non credo di sbagliare se in anticipo notevole affermo che " White hills - Heads on fire " sarà una delle cose più intense con la quali dissolversi nel 2008, anzi ne sono certo. La Rocket recordings del resto è direttamente collegata a Julian Cope e alla Invada. I conti quindi tornano. Quello che non mi aspettavo invece, era così tanta intensità psichedelica. Non solo quindi influenze Hawkwind e Floydiane, ma un vero e proprio innesto di sontuosa malignità senza tempo, in chiave psych. " Radiate " è allo stesso tempo cosmica e profonda come il più affettivo dei viaggi in acido, è come essere chiusi nel portabagagli di una ritmo, con un sacchetto dell' immondizia in testa, mentre la coscienza ti informa che il tuo destino è inevitabilmente legato a quel nano della morte al volante, quello che sai già ti scaricherà nel primo fosso buio di campagna, e se ne andrà ridendo. " Ocean sound " è un surf sul napalm sotto effetto valium, vestiti da Ozzy osbourne. Il resto è solo composto da tutto quello che la vostra mente fagocita, e dal bisogno di disperisone nel nero che essa possiede.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grandissimi!!!LOOP, STOOGES, WARLOCKS alla massima potenza!!
;)

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