domenica 2 settembre 2007

The Chesterfield kings / Psychedelic sunrise

Anche se continuo senza sosta la mia battaglia personale nei confronti di chiunque possegga " Here are the Chesterfield Kings " senza provare il desiderio di cedermelo ad una cifra abbordabile, oggi saluto ( per un breve periodo ) fiere del vinile e affaristi bastardi. Ne risentiranno positivamente le mie finanze e le mie vene che non dovranno essere recise. Lo faccio perchè i Chesterfield nel frattempo hanno ben pensato di farmi un regalo, un premio per la mia tenacia. Un' alba Psichedelica. Se Greg Prevost volesse finalmente accettare la mia proposta di apparirmi in sogno a costo zero, lo intervisterei, senza domande idiote su questo nuovo capitolo però, tanto lo sapevamo già che nel cuore tratteneva a stento un arcobaleno Rock'n'roll puro. Uno studio privato, l' uso esclusivo di strumenti vintage, ed ecco pronti 12 preziosi manufatti nei quali convergono e convivono armoniosamente molte delle influenze portanti della band, assegnando al rock della tradizione i gradi di capitano, collante e fondamenta di una struttura " ovviamente " garage. Su tutto, psychedelic sunrise stupisce per la semplicità di fusione degli stili. Ebbene, se " elevator ride " si presenta come una psichedelia garage dal ritornello solare, la successiva " Up and down " incede punk e ammiccante alla maniera delle bambole di New York. E poi ancora, influenze Stones ( Stayed too long ) Yardbirds, Pretty things e Nuggetts sound. Questo è quanto. Questo è quello che dovrete assimilare nelle prossime settimane e mesi. Perchè capire dai piccoli particolari come sia stato costruito questo disco non è solo un piacere, ma un dovere.

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