giovedì 6 luglio 2006

Nebula - Apollo [Liquor & Poker]

Per chi ancora non conoscesse i Nebula, ma fosse al corrente della presenza di band come Fu manchu o Q.o.t.s.a, sappia che nella sua conoscenza della materia stoner manca il tassello più importante, quello di partenza. I nebula che nacquero dalla chitarra di Eddie Glass e dalla batteria di Ruben Romano, dello stoner ne furono l'embrione, oltre una delle più belle manifestazioni post Kyussiane a livello mondiale. Ora, Apollo è il quarto lavoro della band e possiede una caratteristica rispetto ai precedenti episodi decisamente più groove e monoliticamente psichedelici, è attaccato in endovena ad una fiala di spirito punk. Bene, nonostante si parta con l'implosione della galassia in Loose cannon la storia cambia appena il fluido entra in circolo, accade puntualmente su Fever Frey, dove una ritmica punk ben sostenuta dalla voce disperata di Glass, martella, scandisce il ritmo indiavolato, e colpisce. In buona forma la tecnica adoperata dallo stoner moderno di scuola dalle regine (Q.o.t.s.a) e qui reinterpretato con personalità con buona pace dell' urlatore Olivieri. L'attacco ondivago di Gost ride ricorda l'ultimo Homme per poi sfociare in un energy rock davvero notevole. Il passato dei Nebula riaffiora a partire da Future days e cosparge buona parte della seconda parte del disco, con picchi d'intensità in Trapezium procession e Fruit of my soul, amalgamando il tutto con polvere di stelle. Un grande disco stoner a 360°.

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