Una delle cose che preferisco quando ascolto rock ( oltre al riconoscimento ed alla libidinosa goduria auricolare ) si materializza con la rappresentazione degli stati d'animo. " E' una pustola lisergica " scrisse Slania, cliccando con vigore sulla propria tastiera, come se tutti quei piccoli quadratini fossero tanti acidi azionabili per contatto. E avrebbe avuto ragione, qualsiasi cosa avesse inteso . Spesso, mi capita anche di intendere la grandezza di un' opera dalla luce ingenua e cangiante che deborda dalle parole di chi la decanta, soprattutto se chi lo fa non è uno sprovveduto e ama con sincerità. Insomma Lei stava ascoltando i Dragontears di 2000 Micrograms from home ( Progetto Psichedelico di Lorenzo Woodrose ) e sparlava, anzi descriveva visioni simpatiche e giocose, ancor di più se paragonate ad un' attacco da parte di sanguisughe aliene. I Dragontears appunto, proprio loro, o meglio il progetto in sè ha cambiato le bombe a mano in fiori profumati nelle mani dei Woodrose. Io non credo in buona forma che questa virata " santonica " sia solo il frutto di un cambiamento di stile, o del raggiungimento del mantra, anzi, la decifro piuttosto come una di quelle migliorie che rendono eterni. Mentre fiori d'arcobaleno vestiti poggiano su di un manto nero piatto, l' opener " Someone to love " è servita. Guarnita di psichedelia garage pacifica, per giunta. Petali freschi e dorati dal riverbero solare sembrano, anche nella successiva " I'm gonna make you mine " voler coinvolgere, ammantare, concupire quante più menti possibili sotto il cielo del rock. Devo dire che questo tipo di gusto/godimento intenso non lo sentivo mio, dall' ultimo Embrooks, Yellow glass perspections, e che comunque la vogliate mettere la cosa appaga enormemente. Se poi vogliamo negare il fatto chei i sei minuti abbondanti di " In your mind " rapperesenato un vero Garage-mantra allora bhe.. ( Tra l' altro la traccia se assunta in stato di pace interiore consente la conoscenza mediante telepatia dei 13th floor elevators, senza che però ti autografino i dischi ). L' omonima "Chasing rainbows " aggiunge il pepe necesssario per stabilire quell' equilibrio alcalino proprio del capolavoro, e lancia verso l' oscurità dilatata e umida di " No more darkness " e " Dark twin ". C' è del godimento sottile e delicato nelle note dei nuovi Baby woodrose, è impastato con la cenere delle roccie scalfite dai vecchi fulmini. Godetene.
2 commenti:
Hahahahah!! Sei un Genio!
Grazie Alessa'
;)
In the Psych-Fuzz we trust
Sixties Garage Girl!!!
ah non mi ringraziare! piuttosto continua a coniare nuove frasi " lisergiche " che mi fanno impazzire!!
;-)
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