Io posseggo Powerglide, il precedente albo della band e me ne vanto.
Non sono nè mai sarò un feticista materialista attaccato ai dischi di difficile reperibilità, ma una mattina svegliandomi, mi accorsi che un pacco ai piedi del mio letto conteneva quasi tutto il catalogo dell' Italiana Freakshow records. Inizialmente esclamai: Yeaahh ! ma poi mi riaddormentai, ero in ferie. Ora, voi penserete che quel pacco mi fu spedito da un fantasma, visto che la Freakshow records era già defunta all' epoca, invece quel pacco suggellò un' amicizia che dura tutt' ora. Gli Hydromatics io li ho conosciuti così, apprezzando in primis chi, con notevoli sforzi volle prepotentemente per l' Italia questa produzione, anche se poi le cose non andarono propriamente bene. Oggi Scott Morgan detto anche l' uomo dei mille progetti ( Rationals , Sonics rendezvous band etc etc ) rimette in piedi l' idrovortice con una telefonata alla Suburban records e tanta grinta. Come nelle precedenti prove il suono della band viaggia attraverso un cavo elettrico che va da Detroit ad Amsterdam, scuotendo le fondamente al proprio passaggio. Apre le danze " Standin' at the juke ". Primo ascolto e salti giù dalla sedia, chiedendoti se in realtà gli Hellacopters invece di sciogliersi abbiano deciso di tornare sotto falso nome e riproporre il loro repertorio degli albori ma con più coscienza dei loro mezzi. " Streets of amsterdam " e " Funball" se possibile alzano la posta in gioco, puntando tutto sulla macchina più scassata e sferragliante, vincendo. Notevoli anche le cover , " All down in line " ( Stones ) e Baby jane ( Otis Clay ). Se ne capite qualcosa di rock, questo disco ce l' avete già in tasca.
Nulla da aggiungere, se non due parole: Comprare e ascoltare.
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