domenica 7 ottobre 2007

The Specimens / Jazz brutus

Le sfaccettature, i margini di miglioramento, le influenze ed il luogo d'appartenenza. Insomma l' a,b,c dei fattori da considerare per un recensore che sta edificando un mondo, sembrano in questo Jazz brutus ancora più marcati. Quasi fosse un opera da dare in pasto a tutti gli aspiranti recensori, ed il mondo ne è saturo. Opera di scrematura direi. Se calcoliamo poi il fatto non trascurabile che i particolari fanno la differenza, possiamo con assoluta certezza dire che senza certi sentori la differenza non la fai. Parlo dell' Australia, ovviamente. Si, è vero che il progetto The Specimens cresce in maniera esponenziale, e la qualità del composto fa lo stesso senza indugio alcuno, ma credete veramente che sarebbe stata la stessa cosa senza lo spirito selvaggio Australiano?. questa volta sono categorico, no. Delizia per palati fini e per ebeti senza speranza, il riconoscimento dell' Australian way of rock al primo ascolto , nobilita e gratifica. Specie, se come in questo caso nella mischia torbida il suono mantiene una certa rotta nordica riconducibile a loro, si loro, i Turbonegro. E' un lavoro di cesello e manualità artistica, è come un buon piatto di cucina ricercata. Con una portata centrale death punk, addolcita e impreziosita dai sentori della terra brulla. Le spezie Radio Birmania e saints trattano il composto in modo da condurlo verso una nuova portata originale. Poi, chi se l' spettava la cover di " walked in line " come ammazzacaffè ??

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