domenica 30 marzo 2008
St. Phillip's Escalator / Endless trip [ Living eye ]
Ok, Zachary Koch si è unito alle live performance dei Chesterfield Kings, Rhytm guitar & Keyboards e allora? Greg Prevost ( Sempre Chesterfield ) li produce e allora? Non è forse meraviglioso vivere in una grande famiglia garage, specie se poi i nipotini sono questi? Adoro questa scena. Detto ciò, ci tengo a precisare che questi St. Phillip's Escalators debuttano subito dopo aver inciampato ( uscendo ), nel gradino dell' aula di " Rock lessons ". Tutta una vita passata sul capitolo " Sixties ", paragrafo " Heavy sixties " di un libro probabilmnete scritto da Dickie Peterson , ti segna. Escono e esplodono. Lo fanno producendo una scia simile ad un' iride capace di evolversi a piacimento verso qualcosa di piu simile ad un fungo atomico. In " Endless trip " si sentono i kinks, vero. Ma vanno a braccetto con i Blue Cheer. Provate ad ascoltare " Cross the line " e ditemi voi se in tutta questa attitudine sixties non covi in realtà un fuoco seventies. Fiamme altissime e indomabili . La chocolate watch band drogata di Amboy dukes. Indolenti come punk all' ultimo stadio di sopportazione della realtà in " In through my head " e " Catching your back " , trovano sfogo nei loro riff piroclastici. Democrazia rock. Fantastico.
Etichette:
Garage-Punk,
Recensioni 2008
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2 commenti:
Ciao Alessandro.
Ho scoperto il tuo blog da qualche settimana e mi sono andato a cercare quello di cui scrivi, anche se non è stato facile e non sempre sono riuscito.
Mi piace veramente e i dispiace che non ci siano mai commenti.
Ti faccio sapere per Ray Daytona appena lo procuro.
Bhe, Già risulta difficile in Italia proporre rock sincero e senza compromessi. Figurati scrivere del suddetto rock, ed essere seguiti. Impossibile. Ma io lo faccio, perchè sono un testardo misantropo. Mi gratifica il tuo interesse, e ti esorto a scrivermi via mail per reperire i titoli che cerchi.
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